Il 1960 è stato un anno speciale: le Olimpiadi a Roma, il boom economico, e in Toscana nasce la Fattoria Mantellassi, fondata da Ezio Mantellassi, il capostipite che, andando controcorrente, decide di lasciare l’attività di albergatore sulla riviera ligure e di tornare in Maremma. Con la moglie compra il podere La Banditaccia a Magliano (Gr), per piantarci la vigna. Una vera scommessa per il futuro. Con la forza di volontà che li ha accompagnati in Liguria, tornano alla loro vecchia passione: il vino. I “vecchi” Mantellassi infatti, provenienti dal pistoiese, oltre a gestire una piccola trattoria, producevano anche un po’ vino, per uso familiare e per gli amici. Il ritorno di Ezio e della moglie Silvana in Maremma sarà un periodo di grande lavoro, di fatica e di sacrifici.
Oggi, Ezio non c’è più, e a prendere in mano le redini dell’azienda sono stati i figli, Giuseppe e Aleardo, oltre alla mamma Silvana. I primi quattro ettari di vigneto sono diventati ben 215, distribuiti su alcuni dei tanti colli della Fattoria Mantellassi. A predominare è la coltivazione del Sangiovese, vitigno base del Morellino di Scansano DOCG, etichetta di eccellenza dell’azienda.
Fattoria Mantellassi è stata infatti una delle prime aziende della zona a decidere di imbottigliare il Morellino di Scansano e fu anche una di quelle che lottò con grande determinazione per ottenere, nel 1978, il riconoscimento prima della Doc e poi, nel 2007, la riacquisizione della Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Oltre al Sangiovese, vengono coltivati anche tanti altri vitigni: Alicante, Cabernet, Sauvignon, Morellino, Merlot, Malvasia nera, Ciliegiolo, Trebbiano toscano, Vermentino Bianco, Ansonica e Chardonnay.
Sono 14 le etichette tra vini rossi, bianchi e rosati, tra cui spiccano San Giuseppe, Morellino di Scansano Docg, Sangiovese 85%, Cabernet Sauvignon 10%, Ciliegiolo 5%, il vino prende il nome da un vecchio casale in pietra. Viene prodotto con le migliore uve di Morellino passate in piccole botti di rovere francese per circa sei mesi, a cui segue un affinamento di alcuni mesi in bottiglia. Il vino color rosso rubino, è morbido ed equilibrato, con sentori intensi di frutta e spezie, e gradevole e fresco in bocca.
Chiamato come l’omonimo vento che soffia da nord – ovest e che è aiuta la vite ed anche il frutto ad asciugarsi in modo naturale, Maestrale, Maremma Toscana Rosato Doc, Ciliegiolo in purezza, vitigno a bacca rossa a maturazione precoce, solitamente usato in aggiunta al Sangiovese, è un vino che emana aromi di fiori e di frutti di bosco come ciliegia e lampone, mentre al palato sprigiona freschezza e morbidezza.
Il Mago di 03 Docg, primo Morellino di Scansano senza solfiti aggiunti ottenuto con Purovino®. Si tratta di un metodo tecnologico che sostituisce l’utilizzo di anidride solforosa con l’ozono, che con un processo di iper ossigenazione blocca l’ossidazione del vino garantendo un’ottima conservazione delle proprietà organolettiche. Il vino 100% Sangiovese, ha un affinamento prima in vasche di acciaio inox e poi in bottiglia. E’ caratterizzato da un bel color rosso tendente al porpora, con note intense di frutta matura (mora e confettura di ciliegia scura) e di erbe aromatiche (timo, tarassaco e sambuco). In bocca è corposo, tannico con un finale persistente.
Fattoria Mantellassi produce anche una piccola quantità di olio extra vergine d’oliva bio, Fiordaliso, da olive per la maggior parte Leccino, pressate a freddo subito dopo la raccolta, per mantenerne il gusto, che è elegante e deciso, tipico dell’olio toscano.
“Labor omnia vincit” è il motto di Fattoria Mantellassi che campeggia all’entrata, ed è la linea che perseguono i fratelli Giuseppe e Aleardo. Sono loro a condurre direttamente tutti i settori: vigneti, cantina, commercializzazione, pubbliche relazioni, avvalendosi di uno staff preparato, con cui condividono i valori della tradizione senza dimenticare l’innovazione e le tecnologie più sofisticate, permettendogli di portare nel mondo l’alta qualità del made in Italy.
L’articolo Fattoria Mantellassi compie 60 anni! proviene da Isabella Radaelli.