L’olio di oliva non è tutto uguale. La maggior parte delle ricette nomina semplicemente l’olio d’oliva, ma il ripiano del negozio di alimentari offre una vasta gamma di opzioni, dall’olio extravergine, al puro e fino ad arrivare all’olio di oliva leggero. Ma qual è la differenza tra le diverse tipologie di olio d’oliva?
L’olio di oliva: il processo di lavorazione
In linea generale, il termine “olio d’oliva” sta ad indicare semplicemente la sostanza ottenuto dalla spremitura delle olive. Esistono numerose varietà di olio d’oliva, che sono distinte non solo dalla tipologia o dal luogo di origine delle olive (ad esempio l’olio extravergine di oliva pugliese), ma dal processo di lavorazione utilizzato per estrarre l’olio, e il conseguente livello di acidità.
L’olio extravergine di oliva presenta un colore notevolmente più scuro, mentre le altre tipologie di olio di oliva presentano delle tonalità più leggere e luminose. La differenza di colore, tuttavia, varia a seconda del brand, ed è ingannevole. L’olio di oliva può variare drasticamente nel gusto e nella qualità. Il colore è solo un fattore dal quale non è possibile risalire alla qualità dell’olio.
L’olio di oliva è classificato in base al suo livello di acidità. Per essere considerato extravergine, l’olio di oliva deve presentare un valore di acidità inferiore a 0,8 gr/litro.
Olio di oliva raffinato o non raffinato
L’olio di oliva può essere distinto in due categorie: raffinato e non raffinato. Mentre gli oli non raffinati sono puri e non trattati, l’olio raffinato subisce un processo per rimuovere i difetti dell’olio, rendendolo più sostenibile.
Gli oli raffinati hanno poco o nessun aroma di oliva, sapore o colore e non è contraddistinto dal classico sapore amaro. A differenza dell’olio extravergine di oliva non raffinato, gli oli raffinati mancano di importanti antiossidanti e antinfiammatori, come i polifenoli, che rendono l’olio extravergine così speciale.
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