Borghi, castelli, vini e trattorie. Vi basterà percorrere una strada che promette “sapori e vini” facendo delle tappe, per scoprire una terra generosa in termini di ospitalità, gusto, eccellenze e cose belle da vedere. Di motivi per visitare i Colli Piacentini, in qualsiasi stagione, ce ne sono certamente più di 10, ma qui ho raccolto quelli che ho pensato potessero fare al vostro caso se siete alla ricerca di un’idea per un weekend o per una gita fuori porta dove fare il pieno di luoghi interessanti da visitare e cibi e vini eccellenti da gustare.
1. Visitare Grazzano Visconti
Grazzano Visconti è uno dei borghi situati lungo la Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Piacentini che merita uno stop. Prima del paesino c’era il castello, antichissimo, che risale al 1300 circa. Dopo vari passaggi di proprietà, il castello arriva nelle mani del visionario Duca Giuseppe Visconti di Modrone (padre del celebre regista Luchino), che non solo vi si stabilisce in pianta stabile con la propria famiglia, ma nel 1900 decide di farvi costruire tutto attorno un borgo in stile gotico dove gli abitanti potessero vivere e praticare le arti antiche. Le stradine sono ricoperte di ciottolini, le costruzioni dipinte e disposte su due piani (sotto c’era la bottega e sopra la casa) e qua e là troverete la statua di Aloisa, il fantasma di Grazzano. La leggenda narra che la povera ragazza morì a causa delle pene di un amore non ricambiato e tuttora viene considerata la protettrice degli innamorati non corrisposti.
Un edificio a Grazzano Visconti | @saramilletti2023
Se volete provare la magia del risveglio nel cuore di un borgo gotico, completamente vuoto e senza turisti di passaggio, potete pernottare presso la Locanda di Grazzano. Le stanze sono dislocate in una costruzione antica e arredate secondo lo stile vintage.
Locanda di Grazzano Visconti | @saramilletti2023
Castello di Grazzano Visconti
Dopo aver visitato il borgo e aver fatto una pausa caffè presso la bottega Lykos, recatevi al Castello (visita guidata su prenotazione). Se siete appassionati del genere, amerete gli aneddoti e le storie che si nascondono dietro il possente maniero che fino a pochi anni fa era abitato dagli attuali eredi del Duca Giuseppe. Gli interni sono ricchissimi e adorerete le foto di famiglia e le collezioni di ceramiche (a prova di scaramantici), di oggetti musicali inconsueti e di libri antichi. Visitando il castello insomma, capirete meglio il personaggio del Duca e le sue attitudini.
Castello di Grazzano Visconti | @saramilletti2023
2. Scoprire la Malvasia di Candia Aromatica
L’oro giallo dei Colli Piacentini, la Malvasia di Candia Aromatica. Si tratta di un vitigno a bacca bianca dotato di un bouquet aromatico ricco e complesso che trova nei Colli Piacentini il suo territorio d’elezione. E se l’interazione tra vitigno e ambiente gioca una parte fondamentale, non è da meno il lavoro dei produttori che hanno accettato la sfida di valorizzare questo vitigno utilizzando moderne tecniche di vinificazione nel pieno rispetto della tradizione e dell’identità del vitigno. Attualmente con le uve di Malvasia di Candia Aromatica nascono vini fermi, frizzanti, dolci e persino passiti per una varietà di espressioni davvero notevoli e vini con una buona capacità evolutiva.
Cantina La Tosa – Vigolzone | @saramilletti2023
Per una degustazione di vini impeccabile, il mio consiglio è quello di visitare Cantina La Tosa. Cantina, Museo del Vino e della Vite e agriturismo aperto nei weekend, verrete accolti e condotti in un viaggio appassionante da Stefano, produttore estremamente competente, umile e generoso. La Malvasia di Candia Aromatica secca “Sorriso di Cielo” la ricorderete a lungo, ma anche il Sauvignon “Ombrasenzombra” davvero unico e peculiare e per nulla simile a tanti altri Sauvignon che potreste avere già bevuto e lasciate un posticino per un sorso del passito da uve Malvasia di Candia Aromatica passito “L’ora felice”.
Vini in degustazione presso Cantina La Tosa | @saramilletti
3. Mangiare i turtéi con la cua
Ovvero i tipici tortelli piacentini con la coda. Mangiare un piatto di questi tortelli di pasta fresca ripiena fatta in casa è un ottimo motivo per fare un giro nei Colli Piacentini. Li potete trovate nei menù di molte trattorie che propongono piatti tipici e, se volete un suggerimento, posso dirvi che io i più buoni li ho mangiati all’Agriturismo della Cantina La Tosa aperto nei weekend. L’ambiente è tradizionale e il cibo davvero superlativo. I turtéi con la cua sono freschissimi, si sciolgono in bocca e meritano di essere abbinati alla Malvasia di Candia Aromatica secca “Sorriso di Cielo”. I tortelli con la coda e il giusto vino direi cha da soli valgono il viaggio!
Agriturismo La Tosa – Tortelli con la coda | @saramilletti2023
4. Fare scorpacciate e scorte di giardiniera
In qualsiasi trattoria, ordinando il classico antipasto misto vi vedrete recapitare una ciotola con all’interno una generosa dose di giardiniera. In poco più di due giorni credo di aver ingerito una quantità di giardiniera che solitamente mangio in un anno. E sappiate che la giardiniera dei Colli Piacentini è BUONISSIMA! Realizzata a regola d’arte è una vera eccellenza e dopo averne provate diverse ve ne consiglio due: la giardiniera di verdure di Cascina Pizzavacca e quella in olio d’oliva dell’Azienda Agricola Monastero. Visitando la sede di quest’ultima troverete anche uno shop dove fare acquisti di uova, frutta, verdura, farine e preparati tutti da agricoltura biologica.
Azienda Agricola Biologica Monastero | @saramilletti2023
5. Mangiare la pìcula ‘d cavall
Se non avete mai visitato i Colli Piacentini, difficilmente sapete di cosa si tratta. La pìcula ‘d cavall è un piatto a base di carne di cavallo macinata tipico della cucina piacentina. È possibile trovarla nei menù di alcune trattorie, è una vera delizia e la differenza la fa la qualità della carne con la quale viene preparata. La ricetta è semplice. Viene fatto un classico soffritto e poi si prosegue con la cottura in umido con peperoni, pomodoro (o salsa di pomodoro), erbe aromatiche e spezie. Per tradizione la pìcula ‘d cavall viene accompagnata con polenta o patate. Io vi consiglio di provarla presso la Trattoria Paganuzzi a Viustino dove troverete anche altri piatti a base di carne di cavallo che proviene da una macelleria equina locale gestita sempre dalla famiglia Paganuzzi.
Pìcula ‘d cavall e anolini in brodo – Trattoria Paganuzzi | @saramilletti2023
6. Visitare il Castello di Gropparello
Un Castello antichissimo, costruito su uno sperone di roccia, abitato ancora oggi dai proprietari, una famiglia che nel 1994 ha realizzato un sogno: acquistarlo per poterci vivere. Si tratta di uno dei Castelli più antichi d’Italia che oggi è brulicante di vita grazie alle numerosissime attività introdotte dalla famiglia che lo possiede e che lo ha trasformato in una delle destinazioni più amate dei Colli Piacentini. I titolari e le due figlie si occupano dell’accoglienza dei visitatori (le visite sono guidate e solo su prenotazione) che restano affascinati da questo luogo dove fitti misteri si intrecciano a storie di un passato che sembra essere ancora presente.
Castello di Gropparello | @saramilletti 2023
Oltre alla visita del Castello, è possibile realizzare il sogno di dormire in un Castello pernottando nell’unica suite (max 5 posti letto) situata nella Torre del Barbagianni e si può mangiare presso la Taverna Medievale.
Interni e Torre del Barbagianni – Castello di Gropparello | @saramilletti2023
La Taverna è il ristorante del Castello di Gropparello che durante la bella stagione ha un meraviglioso dehors con tante rose colorate. I piatti sono davvero deliziosi e la location è suggestiva. E proprio qui ho assaggiato il primo e unico olio extra vergine di oliva piacentino certificato che viene prodotto grazie al progetto olivicolo di Gianpaolo Bononi. La sua è un’olivicoltura di confine che nasce grazie alla reintroduzione dell’olivo a Gropparello in quella che è una zona “difficile”. Con lavoro, passione, curiosità e coraggio, Gianpaolo ha intrapreso questa ardua strada e le ricompense non stanno tardando ad arrivare.
Taverna Medievale – Castello di Gropparello | @saramilletti2023
Pranzo – Taverna Medievale | @saramilletti 2023
7. Mangiare pisarei e faśö
I pisarei li definirei dei piccoli gnocchetti fatti però con un impasto di farina, pane grattugiato e acqua. Sono uno dei piatti tradizionali piacentini più amati e vengono serviti con i fagioli. Un comport food, nutriente e gustosissimo che dopo aver assaggiato non dimenticherete. Sono da accompagnare rigorosamente con un vino frizzante locale, come ad esempio un Gutturnio Colli Piacentini DOC e se volete un indirizzo dove mangiare pisarei e faśö fatti a regola d’arte segnatevi l’Antica Trattoria del Cacciatore, un posto sincero dove tra le altre specialità vi consiglio di assaggiare anche l’anatra arrosto.
Pisarei e faśö – Antica Trattoria del Cacciatore | @saramilletti2023
8. Assaggiare i Salumi Piacentini DOP
Sono 3: coppa, salame e pancetta. Tutti piacentini, tutti DOP e tutti in grado di mandare in visibilio le papille gustative. Nelle trattorie piacentine li troverete sempre tra gli antipasti insieme alla giardiniera e al gnocco fritto che qui si chiama “torta fritta” e sono perfetti con un calice di Ortrugo dei Colli Piacentini DOC frizzante. Creano dipendenza e prima di rientrare a casa vi consiglio di fare una scorta presso il Salumificio Giordano, una garanzia!
Salumi Piacentini DOO, torta fritta e Ortrugo frizzante Terrafiaba | @saramilletti2023
9. Visitare un caseificio che produce il Grana Padano DOP
Veder nascere sotto i propri occhi 210 forme al giorno di Grana Padano DOP può essere un’esperienza unica, così come visitare una delle sale di stagionatura dove per un minimo 9 mesi staziona il formaggio prima di lasciare il caseificio di produzione. Dopo una visita all’affascinante mondo della produzione del Grana Padano DOP vi consiglio anche di fare una tappa nello spaccio aziendale adiacente il caseificio dove acquistare formaggio e altre specialità piacentine.
Caseificio Santa Vittoria – Grana Padano DOP | @saramilletti2023
10. Visitare una cantina che produce il Vin Santo dei Colli Piacentini
Avete mai sentito parlare del vino bianco passito Colli Piacentini Vin Santo? Uno dei produttori, dal 1823, è la storica Azienda Vitivinicola Barattieri. Il processo produttivo è molto lungo. I migliori grappoli di Malvasia di Candia Aromatica vengono selezionati e vendemmiati a mano. Dopo la raccolta, le uve vengono lasciate appassire sui graticci per 60/70 giorni. Trascorso questo periodo si procede con la pigiatura in torchio manuale e dopo un rapido passaggio in vasca d’acciaio inizia la lunga attesa. Il mosto viene inserito all’interno di caratelli molto antichi (alcuni dell’800) situati nella vinsantaia e ha inizio il lungo percorso fermentativo e di affinamento. Dopo 10 anni il vino viene imbottigliato e saranno necessari ulteriori 2 anni in bottiglia prima che sia pronto. Il Colli Piacentini Vin Santo è un vero e proprio nettare che è affascinante veder nascere. Spoiler: il profumo che c’è in una vinsantaia non lo dimenticherete facilmente.
Graticci e vinsantaia – Azienda Vitivinicola Barattieri | @saramilletti2023
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