Non fatevi ingannare da “piemontese” nel titolo, perché in questa raccolta antica non troverete solo ricette della tradizione della mia regione, anzi ce ne sono pochissime.
In realtà nasce per portare la cucina francese, quella signorile, nelle case di tutti, infatti nella prima pagina c’è scritto
che insegna con facil metodo
le migliori maniere
di acconciare le vivande si in grasso che in magro
secondo il nuovo gusto.
Sfogliare queste ricette è stato per me un bellissimo viaggio, sia per la terminologia antica che per il tipo di cucina ricca, così lontana da quello che va tanto di moda oggi. Scordatevi vegetariani, vegani e salutisti, questi sono piatti che celebrano la ricchezza degli ingredienti e dell’opulenza. Le ricette nonostante l’italiano antico sono scritte semplici, la difficoltà per una aspirante cuoca come me sta nel comprendere dosi e metodi, è tutto un pizzico, pugno, tanto o poco. Diciamo che è scritto come ci insegnavano le nonne (nel mio caso il nonno) a cucinare.
Consiglio questo libro per gli amanti della cucina ma anche a chi ama leggere della nostra storia.
Non avevo idea di cosa provare a fare per voi, perchè di fagiani e piccioni non me ne intendo, però a pagina 124 ho trovato una preparazione semplicemente squisita che è entrata prepotentemente nei miei piatti del cuore, delle frittelle dolci di pane.
Piquatocke.
Tagliate dei pezzi di pane tenero, che la
crosta tenga, della grandezza di uno scudo.
Fateli alquanto inzuppare nel latte e zucchero.
Quando saranno inzuppati infarinateli, e fateli
friggere di bel ‘colore nell olio , ghiacciateli
con zucchero. Si può un’ altra volta farli in-
zuppare nel latte, senza lo zucchero; quando
sono fritti, impolverateli di sopra con sale
fina, e si servono per un piatto d’ arrosto.
INGREDIENTI per 2 persone:
- 2 fette di pane comune spesse circa 2 dita
- una tazza di latte a temperatura ambiente
- 4 cucchiai di zucchero di canna (anche bianco va bene)
- 4 cucchiai di farina di tipo 1 (o quella che avete in casa)
- olio di semi di girasole per friggere q.b. (circa una tazza abbondante)
Tagliate il pane in pezzetti, la ricetta dice grossi come uno scudo, una moneta, siccome il mio pane era già un po’ duro e difficoltoso da tagliare mi sono tenuta più abbondante.
Mette il pane a bagno nel latte con 2 cucchiai di zucchero; se utilizzate pane vecchio, dovrete lasciarlo a bagno nel latte per più tempo, finché non diventerà morbido, se è pane di giornata basterà semplicemente inzupparlo velocemente.
Passate i bocconcini nella farina, cercate di ricoprirli interamente.
Scaldate l’olio in un pentolino dai bordi alti, per vedere se ha raggiunto la temperatura giusta io butto all’interno una briciola di pane, quando comincia a sfrigolare e ora di friggere. Tenente la fiamma media.
Tuffate a più riprese i bocconcini di pane nell’olio caldo e fateli dorare 2 minuti per lato circa; scolateli con una schiumarola e fateli riposare qualche minuto nella carta assorbente da cucina per perdere l’unto in eccesso. Come ultima cosa, mentre i bocconcini son ancora caldi, dovrete impanarli nel restante zucchero.
Serviteli subito! Posso dire che queste frittelle di pane sono meglio di tutte le altre che io abbia mai assaggiato prima.
Il pane rimane croccante fuori e morbido dentro, con un giusto contrasto di sapidità e dolcezza che li rendono golosi fino alla follia di chi li mangia.
Gustateli così in purezza ho intinti in crema di nocciole o marmellata. Prossimamente proverò anche la versione salata, citata nella ricetta orinale, perchè secondo me più che come accompagnamento di un arrosto sono perfetti per l’aperitivo.
LINK D’ACQUISTO E DESCRIZIONE:
Opera di pochi anni precedente Il Cuoco Piemontese, insegna anch’essa “con facil metodo le migliori maniere di acconciare le vivande sì in grasso che in magro secondo il nuovo gusto”. Ristampa anastatica dell’edizione del 1831 presso i Fratelli Reycend e C. Librai di S.S.R.M.
EDITO DA L’ARTISTICA EDITRICE
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