Oggi vi racconterò un famosissimo primo piatto della tradizione gastronomica palermitana:
PASTA PALINA o ALLA PALINA o ALLA PAOLINA.
Come già vi sarete accorti, leggendomi, gran parte delle ricette tipiche palermitane sono legate a dei luoghi, a delle persone, a delle feste religiose…quindi, hanno la loro STORIA.
Questo piatto è la versione “/redirect.php?URL=povera” della mitica PASTA CON LE SARDE .
Il nome è da attribuire ai frati paolini del convento di San Francesco di Paola a Palermo, edificato su una piccola chiesa che, nel medioevo, era dedicata a Santa Oliva, martire , le cui spoglie, narra la leggenda, furono sepolte proprio sotto la chiesetta.
In seguito la chiesa di Santa Oliva, fu ceduta all’Ordine dei Minori fondato da San Francesco di Paola, che la rasero al suolo e, sulle fondamenta, edificarono il convento e la chiesa, molto bella in stile barocco, dove si possono ammirare opere pittoriche e sculture di grande valore.
I frati appartenenti a quest’ordine, chiamati paolini, in dialetto “palini”, ovviamente dovevano ottemperare alla regola della povertà e anche al divieto assoluto di mangiare la carne e i suoi derivati,
I frati appartenenti a quest’ordine, chiamati paolini, in dialetto “palini”, ovviamente dovevano ottemperare alla regola della povertà e anche al divieto assoluto di mangiare la carne e i suoi derivati,
Quindi , il povero frate cuciniere, si doveva destreggiare, ogni giorno, tra la REGOLA e l’appetito dei confratelli . Ma le cose migliori, si sa, nascono dalla povertà e quindi nacque questo piatto, ispirato alla pasta con le sarde ma con le sarde salate, insaporito e profumato dalle spezie al posto del finocchietto selvatico e condito con la “muddica atturrata” (pangrattato tostato) al posto del formaggio grattugiato.
Quindi , un “piatto povero” dove la carne era solo un miraggio, ma dove l’accostamento degli ingredienti coi loro profumi, diedero vita ad un nuovo piatto battezzato da subito” pasta palina”
Naturalmente , non poteva mancare l’influenza araba, con l’aggiunta della cannella e dei chiodi di garofano.
L’ispirazione mi è stata fornita dall’azienda “CRISTAUDO LUIGI” che lavora e conserva artigianalmente,prodotti ittici ITALIANI come sardine, alici, novellame di pesce, tonno e tanto altro. I prodotti che mi sono stati inviati sono buonissimi, di grande gusto e profumo, sfiziosi e utilissimi in dispensa per risolvere, egregiamente, un pranzo o una cena con prodotti salubri e ITALIANI.
Questo primo piatto, facilissimo, gustoso e corposo , profumato, arricchirà, frequentemente, anche le tavole di coloro che non sono siciliani perchè VI CONQUISTERA’ !!
Pentola di coccio ARTIGIANA VASAI
Ingredienti per 4 persone:
- 1 vasetto di filetti d’acciughe sott’olio Cristaudo
- 400 gr. di salsa di pomodoro
- 1 spicchio d’aglio
- basilico fresco
- 3 chiodi di garofano
- 1 pezzettino di cannella
- 5 cucchiai di olio extravergine d’oliva
- 4 cucchiai di pangrattato tostato e arricchito con qualche mandorla tostata e tritata
Procedimento:
- in una pentola (io di coccio) mettere l’olio d’oliva e lo spicchio d’aglio tritato finissimo
- aggiungere i filetti d’acciuga ( 2 per ogni commensale) e fare sciogliere, a fuoco bassissimo
- rosolare a fuoco bassissimo per 3 minuti e aggiungere la passata di pomodoro
- aggiungere i chiodi di garofano e il pezzetto di cannella
- lasciare cuocere, a fuoco dolce e con il coperchio, per 15 minuti
- a fine cottura aggiungere 1 cucchiaio di basilico fresco tritato
- nel frattempo lessare i bucatini al dente
- scolarli bene e aggiungerli nella pentola con il condimento
- mescolare bene
servire con una generosa di “muddica atturrata”