Oggi è la Giornata Nazionale di Petronilla, viene festeggiata da Aifb nel suo Calendario del Cibo Italiano, la sua ambasciatrice è Anna Calabrese
Chi è Petronilla?
E’ un’autrice di numerosi libri di ricette di cucina e di una rubrica “Tra i fornelli” sul settimanale La Domenica del Corriere. Il periodo di cui parliamo è inizio 1900, giusto per dare una collocazione temporale.
Lei non perdeva occasione per definirsi «una donnetta qualunque» e anche per questo aveva un seguito notevole, le sue ricette erano semplici, gustose e molto varie, ma facili da preparare e soprattutto, riuscivano sempre!
Nelle premesse delle sue ricette cercava di invogliare il lettore a preparare il suo piatto con argomentazioni simpatiche e curiose, mettendo sempre in evidenza che vuole essere una del pubblico.
Ma in realtà chi era davvero?
Lei si chiamava Amalia Moretti Foggia era nata in una famiglia di farmacisti, si laureò prima in Scienze Naturali a Padova nel 1895 e, tre anni dopo, in Medicina a Bologna, terza donna in Italia e prima a conseguire la specializzazione in pediatria.
Al “Corriere” ci arrivò attraverso Eugenio Balzan, direttore amministrativo, al quale si devono felici intuizioni come quella di puntare su una donna per avvicinare sempre più persone alla “Domenica”e qui seguiva oltre alla rubrica di cucina (col nome di Petronilla), anche una di medicina (col nome di Dott. Amal); accettò consapevolmente anonimato per conquistare quanti più lettori poteva.
Sicuramente è una donna speciale, che potremmo considerarla la prima foodblogger italiana proprio per l’amore di divulgare e condividere con il,pubblico le sue ricette di cucina e la sua esperienza di medico.
Per festeggiare questo personaggio illuminato ho scelto una ricetta semplice e veloce, un suo cavallo di battaglia, per quando si deve allestire una cena e non ci si è ricordati di fare la spesa, un primo piatto gustoso, un riso all’onda, che salva davvero la cena!!!!
Ingredienti per 2 persone
6 cucchiai di riso carnaroli
1 uovo medio
1 cucchiaio di burro
1-2 cucchiai di Parmigiano grattugiato
sale
Mettere a bollire 2 mestoli colmi di acqua (attenzione alle dosi, devono essere corrette), con sale grosso da cucina, quando bolle aggiungere il riso e cuocere per circa 12-13 minuti (il tempo è indicativo, importante è l’assaggio e quanto riportato sulla confezione), mescolando spesso con un cucchiaio.
Nel frattempo in una ciotola rompere un uovo intere, coprirlo con il formaggio e aggiungere il burro fuso, con una forchetta sbattere bene questo composto.
Quando il riso sarà cotto, iniziare ad aggiungerlo a cucchiaiate al composto di uova, poco alla volta, per evitare che l’uovo si stracci (cuocia l’albume), soprattutto all’inizio.
Servire subito ben caldo.
“Non si hanno, in casa, né brodo di carne, né alcuno di quei dadi od estratti che valgono a far brodi che – pur essendo… falsi – riescono abbastanza saporiti? E nemmeno si hanno lardo, olio, verdure? Nemmeno un barattolino di salsa? Eppure…?
Eppure si vorrebbe ugualmente allestire, e alla svelta, una ristoratrice e squisita minestra di riso in brodo?
Non si scordi, in simile evenienza, che con qualche uovo, un pochetto di burro, ed un bel po’ di parmigiano, si può ugualmente preparare – se non molto all’economica, molto però alla svelta – una minestra di riso in brodo che… non vi so dire quanto sia squisita!
Vorreste farne la prova?”
Versate, allora, nella pignatta – e solo mezz’ora prima del pranzo – 2 mestoli d’acqua, per ogni persona; e salatela.
Ponete la pignatta a fuoco alto; e quando l’acqua vi bollirà, versatevi il riso che, nel frattempo, avrete mondato (2 cucchiai per persona, se vialone; 3 se maratello).
Non incoperchiate mai la pignatta; di tratto in tratto date una rimescolata.
Mentre il riso cucinerà, versate nella zuppiera – per ogni 2 persone – il contenuto di 1 uovo, 1 cucchiaino di burro crudo, 1 cucchiaio di parmigiano grattuggiato; e sbattete ben bene con la forchetta.
Quando saranno il riso cotto e l’acqua, quindi, tutta imbiancata, versate l’acquosa minestra nella zuppiera; ma versatela adagio adagio, e un mestolo alla volta, e sempre agitando, affinché – per il troppo calor del… brodo – le uova non abbiano ad aggrumarsi; e allorché tutto, dalla pignatta, sarà passato nella zuppiera, portate in tavola.
Potrete così constatare come una minestra – anche se fabbricata senza i comuni ingredienti e condimenti – possa stare alla pari, e forse anche più in su, di ogni altra comune e buona minestra.
Potrete persino rispondere – con aria un tantin di mistero, ma però sinceramente – a chi vi chiedesse con che l’avete fatta…:
- L’ho fatta soltanto con mucca e con gallina! (Non sono, infatti, doni di gallina le uova, e doni di mucca il burro ed il formaggio?).
Wikipedia
Corriere della sera – I blog
Il piccolo di Trieste
Stella Donati – Le famose ricette di Petronilla . Ed. Euroclub
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