Io sogno. Tutti noi abbiamo un sogno. E’ una particolarità scritta nel DNA umano. Credere & Sognare. Solo successivamente, veniamo divisi in due categorie: chi crede nel suo sogno a tal punto di essere sicuro di poterlo realizzare.. e chi, pur credendoci, non pensa di potercela fare seriamente. Chi pensa di non aver i mezzi necessari o di esser nato fortunato!
Senza che ve lo dica, avrete sicuramente capito che io e il mio sogno alloggiamo nel secondo gruppo. Sarà il mio carattere, che non mi porta a spiccare il volo, sarà la testa strapiena di pensieri futili e quelli più o meno seri. Per me, si stanno aprendo giorni di scelte. Giorni in cui dovrei prendere una serie di decisioni, ma non mi sento pronta… per solo anche pensarci.
Sono arrivati anche per me, i dubbi di tutti i maturandi. Quelle domande che risultano scomode, da mal digerire, e che tutti aspettano una risposta nell’ immediato. “Cosa vuoi fare da grande!” “Pensi di proseguire gli studi?!”
Bene. Mi credete se vi dico, che se me lo avreste chiesto qualche anno fa (terza media circa) vi avrei risposto, senza pensarci un attimo, di voler fare lo chef? Cucinare e Viaggiare. Fino a poco tempo fa, queste erano le mie aspettative. Ed ora? Ora che dovrei finalmente prendere la decisione per cambiare il mio futuro? Non lo so. Zero. Nada. Pagina Bianca. Non conosco una risposta. E credetemi, nemmeno l’aiuto del pubblico potrebbe risolvere questo enigma!
Andiamo per gradi: cosa è rimasto dei sogni di quella ragazzina tredicenne?!
Le passioni. Amo cucinare, potrei far a meno di tutto tranne che mettere cuocere brunoise di carota e cipolla, per poter gustarmi una buona zuppa. Viaggiare? Darei l’anima pur di poter evadere, per pochi giorni, dalla mia realtà fatta di persone che conosci da una vita, per evadere dalle stesse facce che puoi incontrare ovunque… nello stesso locale, nella stessa via.. perché tutto, nelle piccole città, rimane lo stesso.
E allora cosa è cambiato? Il tempo, ecco cosa non va.
Il tempo di cucinare. Non inteso, come poco tempo che da dedicare alla cucina… No, di tempo gliene dedicherei ad aiosa… ma il ritmo del tempo. Nei ristoranti bisogna abbattere i tempi. In tutto. Dalle preparazioni al momento di servizio. Soprattutto, nel momento del servizio! E seppur io riesca a star dietro tutti i pazzi tempi che vengono imposti (questo lo scoperto grazie agli stage), mi sento che io e quei tempi non possiamo convivere. Mi sento che io con quei tempi non riesco a convivere. Io che vedo la cucina, come attimo di relax da dedicare 24 ore su 24 della mia giornata. Per me cucinare è svegliarsi al mattino, aprire le finestre, inebriarsi del profumo di caffè e iniziare a preparare una magica torta, magari per la colazione della mattina successiva. Ecco cosa per me è la cucina, o meglio dire, ecco cosa voglio che sia per me la cucina! Troppo romanzata? Forse… ma questo è il mio sogno.
E io, essendo una ragazza con la testa tra le nuvole. Dopo aver parlato di sogni, non potevo offrirvi una magica fetta di un Plumcake a dir poco “paradisiaco”.
Plumcake paradiso
Per 8 persone
Per la torta: 4 uova – 200 g di zucchero – 80 g di burro – 1 cucchiaino di miele – 50 ml di latte – scorza di un limone grattugiata – 250 g di farina 00 – una bustina di lievito Per completare: zucchero a velo
In una boule capiente, montiamo le uova con lo zucchero, poi uniamo il burro fuso e un cucchiaino di miele. Amalgamiamo. Aggiungiamo il latte e la scorza di un limone, grattugiata. A parte, misceliamo il lievito con la farina, poi incorporiamo il tutto al composto iniziale.
Trasferiamo l’impasto in uno stampo da plumcake, imburrato e infarinato, e cuocere in forno ventilato preriscaldato a 180° per circa 40/50 minuti.
Una volta terminata la cottura, sforniamo, lasciamo raffreddare e spolverizziamo con zucchero a velo.
Bon Appetit!
Federica