Un anziano Apache stava insegnando la vita ai suoi nipotini.
Egli disse loro:
“Dentro di me infuria una lotta,
è una lotta terribile fra due lupi.
“Dentro di me infuria una lotta,
è una lotta terribile fra due lupi.
Un lupo rappresenta la paura, la rabbia, l’invidia,
il dolore, il rimorso, l’avidità, l’arroganza,
l’autocommiserazione, il senso di colpa, il rancore
il senso d’inferiorità, il mentire, la vanagloria,
la rivalità, il senso di superiorità e l’egoismo.
il senso d’inferiorità, il mentire, la vanagloria,
la rivalità, il senso di superiorità e l’egoismo.
L’altro lupo rappresenta la gioia, la pace,
l’amore, la speranza, il condividere, la serenità,
l’umiltà, la gentilezza, l’amicizia, la compassione,
la generosità, la sincerità e la fiducia.
l’amore, la speranza, il condividere, la serenità,
l’umiltà, la gentilezza, l’amicizia, la compassione,
la generosità, la sincerità e la fiducia.
La stessa lotta si sta svolgendo dentro di voi
e anche dentro ogni altra persona.”
e anche dentro ogni altra persona.”
I nipoti rifletterono su queste parole per un pò
e poi uno di essi chiese:
e poi uno di essi chiese:
“Quale dei due vincerà?”
L’anziano rispose semplicemente:
“Quello che nutri”
Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi, ciò che conta è da che parte scegliamo di agire, come decidiamo di nutrirci, questo deciderà la persona che saremo e come nutriremo i nostri figli deciderà, in parte, le persone che saranno. Se nutri tuo figlio di amore, è molto difficile che in lui possa crescere odio, se lo nutri di condivisione e generosità, non potrà crescere rancore, se lo nutri di gentilezza non potrai scoprirlo arrogante, se gli dai fiducia non potrà covare rabbia. Tutti i genitori sbagliano educando i propri figli, nessuno di noi è andato a scuola o ha preso una laurea o un master in genitorialità! Ma un conto è errare in buona fede, magari come spesso facciamo tutti per troppo amore o troppa ansia, e un conto è fare come gli struzzi e decidere di non vedere e di non capire i segnali che i ragazzi mandano, perché è indiscutibilmente più semplice far finta di nulla che affrontare il problema. Quando leggo certe notizie terrificanti, penso sempre “Ma i genitori come hanno fatto a non accorgersi di che mostro stavano crescendo?” Sono una madre e capisco l’amore incondizionato per un figlio, ma come si fa a difenderlo a spada tratta davanti alla violenza che ha prodotto, alla rabbia immotivata che lo ha trasformato in una bestia? Sto parlando delle tante notizie di cronaca che coinvolgono giovani in atti di violenza gratuita contro i loro coetaneai, ragazzi che si difendono dichiarando, e i genitori confermano, che si è trattato semplicemente di uno scherzo purtroppo finito male, oppure di una banale discussione che però guarda caso è sfociata in un pestaggio. E tu per uno scherzo o una discussione ammazzi di botte una persona? E tu genitore gli trovi anche delle scusanti? Per non parlare di quei figli violenti, proprio verso i loro genitori! E i genitori zitti e subiscono. E non pensate che di questi gironi danteschi siano prottagonisti gli extracomunitari, caso mai a volte sono le vittime. La maggior parte delle volte, nelle storie che leggo o ascolto al TG, i prottagonisti violenti sono ragazzi italiani, dai 16 ai 18/19 anni, a volte anche provenienti dalle cosiddette “buone famiglie”, di quelle che si possono permettere anche un ottimo avvocato. E li mi arrabbio ancora di più con i genitori, perchè dalla loro parte non hanno neanche l’ignoranza come scusante. Ma signori che ne dite, prima di correre a pagare una super tutela legale per il vostro pargolo deliquente/violento/razzista, non sarebbe stato preferibile agire preventivamente magari mandando il suddetto pargoletto da un ottimo psicologo o chissà, a volte, anche ad un buon psichiatra? Quando certe persone smetterano di sentirsi superiori, quando smetteranno di nutrire i loro cuccioli di lupi con senso di superiorità, arroganza, egoismo … Sono logorroica e parlo troppo, scusatemi ma certe notizie di cronaca mi inquietano molto e avevo proprio bisogno di sfogarmi e condividere, chissa mai che una di queste signore legga il mio blog …. ma ora smetto e vi invito ancora a nutrirvi, ma oltre che di serenità e di amore che ne dite di nutrirci di dolcezza? Da un’ idea di Maria Bianca ecco la mia torta dalmata….non vi fa pensare alla Carica dei 101?!
Ingredienti
250 g di farina 00
130 ml di acqua bollente
3 uova bio
130 ml di olio evo
30 ml di rum (io non l’ho messo)
250 g di zucchero semolato
una bustina di lievito per dolci
due cucchiai di cacao amaro
130 ml di acqua bollente
3 uova bio
130 ml di olio evo
30 ml di rum (io non l’ho messo)
250 g di zucchero semolato
una bustina di lievito per dolci
due cucchiai di cacao amaro
Procedimento
Con l’aiuto delle fruste elettriche montate le uova con lo zucchero, fino a quando non saranno chiare e spumose. Aggiungete, sempre mescolando, l’olio a filo e l’acqua bollente. Quando i liquidi sarano ben assorbiti, aggiungete la farina setacciata con il lievito. Appena l’impasto sarà pronto, dividetelo in due parti, in una delle due aggiungete il cacao e mescolate bene. Imburrate e infarinate uno stampo, nel mio caso ne ho utilizzato uno quadrato di cm 23×23, versate il composto chiaro e poi quello al cacao, non mescolate con la spatola altrimenti rischiereste di non ottenere l’effetto bicolore. Infornate a 170° in modalità statico per circa 40/50 minuti, ricordate però di fare sempre la prova stecchino. Estraete il vostro dolce dal forno e lasciate raffreddare completamente nella teglia, poi sformate e trasferite su una gratella per dolci. Questa torta è perfetta per la colazione o la merenda e si manterrà benissimo sotto la classica campana di vetro.
Buon appetitto!
Buon appetitto!
Buona vita
e alla prossima ricetta!