Finalmente all’aria aperta, mi godo l’aria frizzante che entrando dalle narici sembra diffondere una ventata di energia a tutto il corpo. Ore di fila seduta ad ascoltare parole che si ripetono all’infinito rotolando su se stesse senza arrivare da nessuna parte. Riflettermi in occhi sbarrati che sembrano stupirsi dell’ovvio. Osservare volti deformati da smorfie per rimarcare che l’ovvio non può essere recepito solo con le sensazioni, va dimostrato con numeri e formule. Assistere impotente all’evoluzione di cose estremamente semplici in cose complicatissime.
Cammino scaldandomi il cuore con i caldi colori che le natura mi regala. Calpesto ogni foglia, e al posto di ognuna di essa vorrei ci fosse uno dei momenti inutili vissuti questa settimana. Ascolto il rumore dei miei passi e lo preferisco alle tante parole vuote che ho ascoltato.
L’aria stasera profuma di muschio e di legna bruciata. Cade qualche goccia sottile, mi piace. Mi accorgo che sto sorridendo. E’ tutto così lontano. Sono qui, padrona del mio tempo, dei miei spazi. Non ho bisogno di nessuna analisi o numero a dimostrazione del fatto che quella che sento è felicità. “Yes, It’s only my feeling. And my feeling now is happiness “.
A completamento di questo stato di benessere, tornata a casa mi sono finalmente dedicate alla preparazione delle tapas e specialmente alla loro degustazione! Una cena sfiziosa accompagnata da un ottimo Soave classico (Le Battistelle).
Una sfida particolarmente sfiziosa quella proposta da Mai Esteve del blog Il Colore della Curcuma per l’ MTChallenge N. 60 : le Tapas.
Il termine tapas definisce l’insieme infinito di stuzzichini serviti nei locali spagnoli per acccompagnare una bibita, spesso un bicchiere di vino. E’ usanza in Spagna passare da un locale all’altro e, anzichè gustare le Tapas come aperitivo (come facciamo spesso in Veneto con i cosiddetti “cicchetti”), farne un vero e proprio pranzo o cena. E’ infatti molto diffuso il modo di dire “vamos a tapear” che non è altro che una maniera simpatica per consumare un pasto completo saltando da un locale all’altro mangiando tapas in buona compagnia.
Come spiegato nel regolamento di questa sfida, le tapas sono state divise in tre grandi categorie:
- Tapas intese come piccola porzione di un piatto intero, da mangiare con le posate, preferibilmente seduti
- Montadito, crostini o panini mignon da farcire secondo fantasia
- Pinchos, veri e propri finger food, da infilzare con uno stuzzicadenti e da mangiare anche in piedi al bancone del locale
Altra regola della sfida era quella di avere un filo conduttore che legasse tra di loro le tre ricette.
Io ho scelto come filo conduttore quello del baccalà, preparando le seguenti ricette:
TAPAS:
“Bacalao” alla portoghese
Avendo scelto il tema del baccalà non potevo non ispirarmi a una ricetta portoghese! Il baccalà infatti è talmente diffuso in Portogallo che sembra esista una ricetta diversa per ogni giorno dell’anno ad esso dedicata. Nel 1500, quindi durante il periodo dei grandi viaggi ed esplorazioni, i portoghesi avevano fatto propria l’abitudine di pescare grosse quantità di merluzzo nei mari del nord Europa, e di conservarlo con il metodo della salatura.
Questo permetteva di consumarlo anche dopo molto tempo, e quindi di farne grandi scorte. Il baccalà diventò presto uno degli alimenti più diffusi nel paese, da qui l’esigenza di trovare quante più ricette possibili per evitare il rischio della noia nel mangiarlo così spesso.
Cosa ti occorre:
Dosi per 4 persone
- ½ kg di baccalà precedentemente ammollato
- ½ lt di latte
- 300 g di patate
- 100 g olive nere ( io quelle di Gaeta)
- 1 cipolla
- 1 spicchio di aglio
- 6 cucchiai di olio EVO
- peperoncino piccante
- 4 cucchiai di pane grattuggiato
Come si fa:
- Fate bollire il baccalà nel latte per circa 10 minuti. Spellatelo, eliminate eventuali lische e tagliatelo a fettine di circa un cm di spessore. Nel frattempo fate bollire anche le patate con la buccia contando sempre una decina di minuti da quando l’acqua inizia a bollire
- Scolate il baccalà. Una volta raffreddate le patate, sbucciatele e tagliatele fette di circa ½ cm di spessore.
- In una pentola fate soffriggere nell’olio le cipolle affettate , lo spicchio d’aglio e il peperoncino. Unite quindi il baccalà e le olive denocciolate, girate e fate insaporire per qualche minuto.
- In un tegame di terracotta ( io ne ho usati 4 piccoli in maniera da avere già le singole porzioni da tapas), mettete uno strato di patate, uno di baccalà e così via fino a concludere con le patate . Completate con una spolverata di pane grattugiato e un filo d’olio e infornate per circa 15 minuti a 200°. Negli ultimi minuti io ho anche acceso il grill per un po’ di gratinatura. Un piatto ottimo da gustare tiepido e ancora più buono se mangiato il giorno dopo!
MONTADITO:
Crostini con baccalà mantecato
In tutta Italia si definisce baccalà il merluzzo conservato tramite salagione e stoccafisso quello conservato per essiccamento. Si fa eccezione nell’area del Triveneto dove in quasi tutte le ricette viene comunemente usato lo stoccafisso chiamandolo però baccalà!
Cosa ti occorre:
Dose per 4 persone
- 500 g di stoccafisso gia ammollato e pulito
- 120 g di olio
- sale e pepe qb
- 1/2 spicchio di aglio (se piace)
- fettine di pane tostato o polenta per servire
Come si fa:
- Fate cuocere il baccalà per 20 minuti in acqua bollente. Scolatelo e mantecatelo in un frullatore unendo l’olio a filo fino a ottenere una crema (se piace frullate anche l’aglio)
- regolate di sale e pepate secondo gusto. La dose di olio potrebbe aumentare se il baccalà lo richiede. Nel caso, per non usare troppo olio potete aggiungere qualche cucchiaio di brodo vegetale
- servite ben freddo su fettine di pane tostato o polenta abbrustolita
PINCHOS:
Baccalà e salvia in tempura
Il filetto di baccalà fritto è un piatto della cucina romana tradizionalmente servito come antipasto alla vigilia di Natale ma ora diffuso tutto l’anno. In genere la pastella si fa utilizzando farina 00, acqua frizzante o birra e spesso del lievito.
A me piace molto fatto in stile “tempura”, quindi con la pastella fatta semplicemente utilizzando farina di riso e acqua frizzante, che crea una crosticina leggerissima e croccante!
Cosa ti occorre:
Dose per 4 persone:
- 200 g di baccalà già ammolato
- 20 foglie di salvia grandi
- 100 g di farina di riso
- 150ml di acqua frizzante ghiacciata
- olio per friggere
- sale
Come si fa:
- Tamponate i filetti di baccalà tra due fogli di carta da cucina e tagliateli a pezzettini (io li ho fatti di un paio di centimetri)
- in una ciotola mettete la farina di riso e aggiungete acqua frizzante molto fredda. Mescolate bene con una piccola frusta . Consiglio di aggiungere l’acqua poca per volta in maniera tale da regolarvi sulla consistenza della pastella che deve essere fluida ma non troppo liquida
- in un pentolino dai bordi alti aggiungete abbondante olio e portatelo a temperatura (l’ideale per la frittura è 180°). Immergete i pezzi di baccalà e le foglie di salvia ben lavate e asciugate nella pastella.
- fate cuocere prima la salvia per 2/3 minuti e, quando avrete fritto tutte le foglie, iniziate con il baccalà friggendo i pezzetti per circa 4/5 minuti. Friggetene pochi per volta per non fare abbassare la temperatura dell’olio e girateli di tanto in tanto (la pastella non dovrà scurirsi troppo)
- salate a piacere e servite infilzando su uno stuzzicadenti prima una folgia di salvia e sopra un pezzetto di baccalà
Con queste ricette partecipo all’MTC N. 60 – di Mai – Las Tapas
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