Lo zio di mio marito, che ha un orto in campagna, ci ha regalato delle Pere Volpine. Sono delle perine tipiche delle zone romagnole e fanno parte dei cosiddetti “frutti dimenticati” che nessuno coltiva più. A proposito, mi viene in mente che a Pennabilli, bel borgo dell’entroterra riminese, patria di Tonino Guerra, esiste un giardino ideato proprio dall’artista, che raccoglie esemplari di piante, un tempo frequenti nei poderi contadini, cadute ormai in disuso per le caratteristiche rustiche e un po’ “ignorantelle” dei loro frutti. Oggi nessuno li comprerebbe più e per questo è raro trovarli sulle bancarelle dei fruttivendoli, però avevano il pregio di mantenersi a lungo, proprietà che in passato, per l’assenza dei moderni metodi di conservazione, li rendeva risorsa utile nei lunghi periodi invernali. E’ il “Giardino dei Frutti Dimenticati”, oasi solitaria di pace e riflessione ai margini del borgo, dove tutto evoca l’eclettico poeta romagnolo.
Anche con questi frutti, apparentemente inutili, è possibile realizzare ricette deliziose, come la Torta di Meline Selvatiche in Crosta di Frutta Secca con le meline del mio orto, o questa che sto per presentarvi.
Tornando alle Pere Volpine, si raccolgono in tardo autunno ed anche a completa maturazione, la polpa resta sempre un po’ dura, granulosa ed aspretta. Non sono commestibili da crude, ma cucinate nel modo giusto diventano una delizia vera. Io ho ingentilito, a mio gusto, la ricetta romagnola che le vede tipicamente cotte nel Sangiovese. Diventano tenere e dolci e la riduzione del vino di cottura crea una glassetta caramellata che le completa a meraviglia, rendendole a tutti gli effetti un dessert da fine pasto.
