Avete mangiato le lenticchie?
E sapete perché ogni capodanno lo fate?
In questo post ricostruiremo la storia di quest’antica usanza.
Le lenticchie: non chiamatelo “solo” legumi
Devono il loro nome alla forma che ricorda le lenti ottiche, in latino “lens” (il nome scientifico delle lenticchie che consumiamo è infatti “lens culinaris”).
Non sono solo un contorno ma dovrebbero essere presenti molto più spesso sulle nostre tavole.
Contengono ottime proprietà nutrizionali come l’alto contenuto di ferro e di sali minerali.
Esistono diverse cultivar (tipologie) divise sia per colore che per taglia.
In Italia coltiviamo le lenticchie più buone e sane del mondo, riconosciute e tutelate dalla legge:
- Lenticchia di Castelluccio di Norcia D.O.P. ed I.G.P.;
- Lenticchia di Colfiorito P.A.T.;
- Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio P.A.T. e presidio di Slow Food;
- Lenticchia di Ustica P.A.T. e presidio di Slow Food;
- Lenticchia di Onano P.A.T. e presidio di Slow Food;
- Lenticchia di Altamura P.A.T.;
- Lenticchia di Villalba P.A.T.;
- Lenticchia di Ventotene P.A.T.;
- Lenticchia di Rascino P.A.T.;
- Lenticchia di Valle Agricola P.A.T.;
- Lenticchia nera di Leonforte o dei Monti Erei P.A.T.;
P.A.T. = prodotto agroalimentare tradizionale
D.O.P. = denominazione di origine protetta
I.G:P. = indicazione geografica protetta
L’usanza: perchè sono simbolo di fortuna?
É un’antica usanza risalente all’epoca romana!
Per la forma che ricorda i soldi le lenticchie vengono associate al denaro.
Storicamente sembra che sia da epoca romana, era usanza a capodanno regalare una scarsella (un borsello di pelle, come quello in foto).
All’interno venivano messe le lenticchie e poi date in dono per augurio.
Con il tempo lo zampone ed il cotechino hanno sostituito la “scarsella” ma a distanza di più di 2000 anni questa tradizione resiste.
In tempo di crisi e per salute quindi #magnateelenticchie