Metodo Personal Kanban: come applicarlo alla produttività personale

Un problema comune a quasi tutta la popolazione mondiale è quello relativo al saper bilanciare correttamente vita e lavoro.

Sviluppato dalla casa automobilistica Toyota per ottimizzare la produzione, il metodo Kanban è molto semplice e può essere utilizzato da chiunque per più o meno qualunque obiettivo. Esso funziona bene soprattutto per la gestione dei progetti personali.

In poche parole, questo metodo consiste nell’attaccare a una lavagna dei foglietti con le cose da fare e spostarle fra diverse colonne a seconda che il loro stato sia in lavorazione o concluso. La parola “Kanban”, ha origini giapponesi e significa semplicemente “cartellino”. Il sistema Kanban fu ideato da Taiichi Ohno all’interno del Toyota Production System.

Al giorno d’oggi questo metodo viene usato maggiormente come sistema di controllo nella catena logistica di distribuzione dei materiali perché è molto semplice da gestire e permette di approvvigionare il materiale che serve, quando serve senza creare magazzini inutili.

Come applicare il Metodo Kanban alla produttività personale

Il Metodo Personal Kanban è costituito da tre colonne:

  • Cose da fare
  • Cose in lavorazioni
  • Cose fatte

Ad ogni attività verrà assegnato un post-it che verrà collocata nella colonna Cose da fare. Quando poi inizi una o più attività, sposterai i relativi post-it nella colonna Cose in esecuzione. Per poter funzionare al meglio cerca di occuparti di una cosa alla volta, ed ogni volta che avrai concluso un’attività in “corso” potrai inserirla nella colonna Cose fatte.

Il Metodo Personal Kanban è un sistema semplice ma proprio nella sua estrema semplicità risiede la sua efficacia. Con un colpo d’occhio avrai sempre sotto controllo lo stato di avanzamento dei tuoi lavori.

Il Kanban prevede che venga impostato un limite alla colonna dei lavori in corso. Se il limite, ad esempio, è di tre attività “in esecuzione” significa che aggiungere un quarto compito ti metterebbe in difficoltà e che quindi è meglio completare almeno una delle attività in corso d’opera per poi dedicarsi con attenzione alla nuova attività da eseguire.

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