Non la pizza in sé, si badi bene né il singolo pizzaiolo, ma l’abilità, il talento, l’insieme di tecniche e accorgimenti acquisiti negli anni e spesso nei secoli, come per le famiglie storiche, atte a produrre quella delizia che è la pizza napoletana, con tutte le emozioni di un te
rritorio, di gusti e profumi ad essa legate.
Una vittoria quindi non solo per la categoria dei pizzaioli, ma anche per il settore agricolo, grande contributore con i suoi prodotti, alla bontà di un prodotto universalmente conosciuto e purtroppo imitato il più delle volte malissimo.
Tra i prossimi obiettivi mantenere il riconoscimento raggiunto, quindi vigilare sull’uso improprio del riconoscimento stesso, ad esempio non usare da parte di terzi nome e simbolo Unesco per pubblicizzare la propria attività o il proprio prodotto, la maggiore tutela del consumatore con la difesa della genuinità, la formazione e la promozione del lavoro, con l’intento di far si che i corsi di formazione diventino materia scolastica del settore ufficialmente riconosciuta.
E’ stata inoltre istituita per il 17 gennaio, in coincidenza con la festa di Sant’Antonio Abate, patrono dei fornai e di tutti coloro che hanno a che fare col fuoco , la giornata del pizzaiolo.
qui l’album della conferenza.