Il muffin vede le sue origini nell’Inghilterra Vittoriana nel 1703.

Questo tipico dolce inglese, simile ad un plum cake, di forma rotonda con la cima a calotta semisferica e senza glassa di rivestimento,  conosciuto e apprezzato, vede le sue origini nell’Inghilterra Vittoriana nel 1703.
Ad idearlo furono i fornai di famiglia dell’alta società  che, inizialmente,  lo preparavano per la servitù utilizzando il pane raffermo, gli avanzi dei biscotti e delle patate bollite e schiacciate. L’impasto che ne derivava veniva fritto e si trasformava in muffin.
Ben presto anche tutte le altre classi sociali scoprirono la bontà di questo dolce che divenne quello preferito per l’ora del tè.
I muffin furono apprezzati al punto che non solo vennero aperti molti forni specializzati nella loro produzione, ma il prodotto veniva venduto anche per strada dai “Muffin Men” (uomini dei muffin) che giravano con dei vassoi di legno appesi intorno al collo, pieni di muffin. Questa figura divenne così importante al punto che gli fu dedicata una ninna nanna intitolata “Oh, do you know the muffin man” (Oh, conosci l’uomo del muffin).
La preparazione di questi dolci si differenzia da altri tipi di cake o tortini perché nel procedimento è sempre prevista la preparazione di due composti: uno con gli ingredienti in polvere (farina, lievito, bicarbonato, spezie, cacao) e un composto a base di ingredienti umidi (latte, burro fuso o olio di senmi, uova e, a volte, yoghurt). Per quanto riguarda lo zucchero può essere inserito indistintamente sia nell’uno che nell’altro composto. Si amalgamano i due composti e si versano in stampi di carta posti negli stampi per muffin.
Per ottenere dei buoni muffin il segreto sta nel mescolare bene sia le polveri che i liquidi, devono poi essere amalgamati insieme molto velocemente senza mescolare troppo. L’impasto dovrà risultare grumoso per rendere i muffin morbidi. 
I muffin inglesi sono piatti e presentano avvallamenti e crepe e sono tradizionalmente cotti sulla griglia. I primi muffin venivano modellati a forma di anello e posti direttamente sul fuoco o sul fondo di una padella.

La variante americana si differenzia perché viene utilizzato il lievito chimico (inizialmente veniva utilizzato il carbonato di potassio che venne sostituito nel 1857 del lievito in polvere), in quella inglese, invece, si utilizza il lievito di birra e non  è una differenza da poco: la lievitazione risulta completamente differente, non solo, ma sono cotti in stampi monoporzione e, a differenza di quelli inglesi, necessitano di stampi perché l’impasto risulta molto morbido (una pastella più che un impasto).
Secondo alcune versioni esistono varianti salate dette “cornbread muffins”  che si possono preparare con gli ingredienti più disparati, prosciutto, funghi, formaggio, zucchine, ecc.
Altre fonti suggeriscono che i cornbread muffin sono una variante del cornbread, un “pane” a base di farina di mais (cornmeal), prodotto originariamente dai nativi americani, ancora oggi utilizzato per accompagnare stufati e chili nella cucina statunitense.

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