In questa quarantena in cui trovare il lievito di birra è stata un’impresa ardua, la pasta da riporto ha salvato tante di noi. Ma di cosa parliamo?
La pasta da riporto è una piccola parte di impasto avanzata da una lavorazione precedente e riutilizzata come aggiunta in un nuovo impasto. Si tratta di un metodo antico che utilizzavano i nostri nonni per la panificazione: dopo aver realizzato pane o pizza, infatti, tenevano da parte un pezzetto di impasto, così da poterlo utilizzare al posto del lievito di birra. Per questo motivo la pasta da riporto viene anche chiamata criscito, perchè cresce e fa crescere, proprio come fosse un lievito. Ma non è il lievito madre in quanto questo non nasce dal lievito di birra, ma realizzato esclusivamente con acqua e farina. La pasta da riporto contiene oltre il lievito di birra anche altri ingredienti e poi, cosa che amo tantissimo, ha una preparazione più veloce e per me più gestibile.
L’uso della pasta da riporto migliora il sapore dei lievitati, l’alveolatura e permette una conservazione più lunga del prodotto.
Se ne aggiunge il 20% per un impasto di 1 Kg, circa 200 gr. Se non lo si usa subito si può conservare, una volta lievitato, in frigo e dopo una settimana si può rinfrescarlo aggiungendo la stessa quantità di farina e metà peso dell’acqua. Si impasta, si forma un panetto e si conserva in un barattolo. Prima di utilizzarlo si tiene a temperatura ambiente per 6/8 ore.