Istanbul in 3 giorni
Volete trascorrere un week-end immersi nell’arte, nella storia e nell’eleganza? Beh, Istanbul è di sicuro la metà che fa al caso vostro.
Una città ricca di storia, cultura, profondamente religiosa e assolutamente raffinata, un vero gioiello!
Visitare Istanbul in 3 giorni non è difficile, basta armarsi di scarpe comode e foulard (necessari alle donne per entrare nelle moschee).
DALL’AEROPORTO AL CENTRO CITTA’
Siamo arrivati all´aeroporto di Istanbul Ataturk all’ora di pranzo, con un volo diretto da Roma.
Ci sono due modi per raggiungere il centro città:
- Prendere la metropolitana in direzione Aksaray e scendere a Zeytinburn, poi il tram fino a Sultanahmet;
- Prendere i bus shuttle della compagnia Havatas con destinazione Taksim. Dalla piazza, potrete poi prendere un taxi fino a Sultanahmet.
Noi, per comodità, abbiamo scelto di prendere un bus shuttle al costo di circa 3 euro, e da lì siamo andati in hotel a piedi.
MUOVERSI A ISTANBUL
Essendo buoni camminatori, abbiamo deciso di non acquistare la tessera per i trasporti pubblici, preferendo scegliere scarpe comode e far ricorso occasionalmente ai taxi (soprattutto la sera).
CAMBIO EURO – LIRA TURCA
La moneta ufficiale della Turchia è la Lira Turca.
Chiaramente, non vi consiglio assolutamente di fare il cambio in aeroporto perché le commissioni sono più elevate.
Preferite gli uffici di cambio sparsi nella città o addirittura pagate con la carta di credito (soprattutto nei ristoranti e al gran bazar).
SISTEMAZIONE A ISTANBUL
Inizialmente avevamo scelto un hotel a Sultanahmet ma poi, leggendo blog di viaggio, abbiamo scelto un hotel lungo Boulevard Tarlabaçi, vicino Piazza Taksim.
Da questa piazza, infatti, si raggiunge facilmente il quartiere di Beyoglu, centro della vita notturna.
L’hotel è il Rixos Pera Istanbul, moderno ed elegante, situato nel cuore della città.
Le camere sono pulite, spaziose, silenziose e dotate di tutti i comfort (frigobar, wifi, bagno privato, aria condizionata).
La colazione a buffet viene servita in terrazza e comprende verdure (pomodori e cetrioli sono immancabili), pane, piadine, marmellate, miele, frutta secca, formaggio, burro, ecc. il tutto servito nelle solite “ciotoline”.
Istanbul in 3 giorni
Giorno 1: PONTE DI GALATA, SULTANAHMET, MOSCHEA BLU E IPPODROMO
Dopo aver lasciato i bagagli in hotel, usciamo subito alla volta di Sultanahmet, attraversando il Ponte di Galata,a Karakoy, dove rimaniamo qualche minuto a guardare i pescatori seduti sul ponte, intenti nella loro arte.
Sultanahmet è il cuore della città, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
I monumenti più belli di Istanbul si trovano nella zona di Sultanahmet: il Palazza Topkapi, la Basilica di Santa Sofia “Ayasofya”, l’Ippodromo centro della vita sociale e la Cisterna Yerebatan “Yerebatan Visir”.
La piazza dove si trova l’Ippodromo era il luogo in cui si tenevano i festival per la circoncisione del principe ereditario (Sehzade), che duravano 40 giorni e 40 notti.
Iniziamo il nostro tour in città partendo dalla visita della Moschea Blu, così chiamata per le maioliche di Iznik che rivestono le pareti interne: oltre 21.000 piastrelle in ceramiche delle tonalità di azzurro e blu.
Si tratta dell’unica Moschea al mondo ad avere 6 minareti e, in ogni minareto, ci sono ben 16 piccole cupole: questo perché la Moschea fu voluta dal Sultano Ahmet che era il 16° Sultano ottomano.
La tomba del Sultano Ahmet I che fece costruire la Moschea si trova vicino al cortile interno della moschea. Di fronte al mausoleo, si trova la Fontana Tedesca, dono dell’imperatore tedesco all’imperatore ottomano.
Le vetrate, i mosaici, il grande lampadario, l’immenso tappeto, regalano un’emozione unica e ci affascinano immensamente, tanto da farci rimanere quasi senza parole.
L’ingresso alla Moschea è gratuito ma per entrare bisogna togliersi le scarpe e coprirsi le spalle, le ginocchia e il capo (soprattutto le donne).
Di fronte alla Moschea di Sultanahmet si trova l’Ippodromo, di cui solo tre monumenti sono arrivati ai nostri giorni: l’Obelisco di Teodosio Dikiltas, la Colonna Serpentina e Colonna Intrecciata (Orme Sutun).
L’Obelisco Teodosio Dikilitas è un monumento egiziano ricoperto di geroglifici relativi al Faraone Egiziano Tutmosi II e risalenti al 1550 a.C.
La Colonna Serpentina fu costruita sciogliendo armi, corazze e altri oggetti presi come bottino della guerra che nel V secolo a.C. fu vinta contro i Persiani.
La Colonna Intrecciata Orme Sutun fu fatta costruire da Costantino VII nel 944 intrecciando varie pietre e lastre in cui sono state descritte le battaglie di Basileus I.
Essendo quasi ora di cena, torniamo verso l’hotel soffermandoci nei negozi di souvenir lungo la strada, perdendoci tra spezie e bijou, poi ci fermiamo a cena al Babel Cafe Restaurant (consigliato dal concierge).
Il locale è carino, accogliente, e mangiamo piatti tipici assolutamente squisiti pagando meno di 15 euro a testa.
Piatto consigliato: hummus e burek con carne, formaggio e verdure.
Giorno 2: PALAZZO TOPKAPI E CROCIERA SUL BOSFORO
Cominciamo il nostro secondo giorno in città con la visita al Complesso di Topkapi, un Palazzo storico la cui costruzione è iniziata nel XV secolo per volere di Maometto il Conquistatore, residenza dei sultani ottomani per oltre quattrocento anni.
Il Palazzo fu eretto nel 1446 per volere di Maometto il Conquistatore ed è un magnifico complesso costituito da una serie di edifici che si raccolgono intorno a 4 cortili.
La visita al Palazzo è a pagamento (il biglietto costa 30 lire turche e l’ingresso all’Harem 15 lire turche).
Varcando la porta di Mezzo, ci immettiamo nel primo cortile (Corte degli Alabardieri) e accediamo alla seconda corte, dove si trovano le cucine (Le cucine del Palazzo erano sia il luogo in cui si preparavano i pasti quotidianamente, sia per le feste importanti; i piatti destinati al Sultano venivano preparati da uno chef apposito in una cucina separata, chiamata “la cucina del Sultano”), la Sala de Consiglio Imperiale, la Sala del Tesoro (custode dei gioielli imperiali) e l’Harem, un insieme di circa 300 appartamenti riservati esclusivamente al sultano regnante, alla sua famiglie e alle sue concubine.
Anticamente potevano accedere all’Harem solo i membri della famiglia del Sultano e i suoi addetti; con il Sultano Selim Donemine, per la prima volta gli stranieri ebbero accesso all’Harem.
Alcune stanze dell’Harem portano il nome del Sultano che ne ha chiesto la realizzazione, come ad esempio la Stanza di Murat III.
Alcune delle stanze dell’Harem erano riservate ai sehzadelere, ossia ai principi ereditari, altre alle schiave e agli addetti dell’Harem.
La zona più importante era quella riservata alla persona più potente dell’Harem, la mamma del Sultano.
Oltrepassiamo la Porta della Felicità e arriviamo al terzo cortile, dove troviamo la Sala delle Udienze, la Biblioteca di Ahmet III, la Scuola del palazzo e il Padiglione con le reliquie del Profeta Maometto.
La visita termina al quarto cortile, il giardino privato del sultano, da cui approfittiamo per scattare qualche foto al panorama della città sottostante.
Visitare il Palazzo ci permette di comprendere a pieno la grandezza del potere ottomano, nonché sostare in un luogo suggestivo e ricco di storia.
Essendo quasi ora di pranzo, ci fermiamo da Old Ottoman Cafe and Restaurant, un tipico ristorante di cucina turca, con un’atmosfera accogliente e camerieri gentili e disponibili.
La cucina è ottima, il menu molto ampio, le porzioni servite sono piuttosto abbondanti e i prezzi medi.
Piatti consigliati: Testi Kebap (kebap e verdure serviti in una casseruola) e dessert a base di semolino e gelato, una vera bontà!
Nel pomeriggio decidiamo di fare una Crociera sul Bosforo, un’esperienza che ci regala uno spettacolo meraviglioso prima della costa europea e poi di quella asiatica, arrivando fino al secondo ponte sul Bosforo.
Noi abbiamo fatto un tour della compagnia SEHIR HATLARI “Short Bosphorus Cruise”, con partenza alle ore 14.30 da Eminonu (vicino al Ponte di Galata), della durata di 2 ore e al costo di 10 lire turche.
La crociera ci mostra stupendi palazzi ottomani, moschee, ville lussuose costruite sulle due coste, ma anche siti esclusi dal nostro breve tour, come il Palazzo Dolmabahce e il quartiere Beylerbeyi.
Tornati al porto di Eminonu, attraversiamo il Ponte di Galata e decidiamo di fare un peccato di gola fermandoci alla pasticceria Karakoy Gulluoglu.
Questa pasticceria è considerata la produttrice del miglior baklava della città: pensate che sforna più di 70.000 baklava al giorno!
Il paradiso del gusto!
Noi abbiamo assaggiato sia il baklava classico (con pistacchi di Antep) sia la variante al cioccolato, entrambe ottime! Il tutto accompagnato da due tazze di te, spendendo meno di 5 euro in totale! Un vero paradiso!
Passeggiamo lungo Istiklal Caddesi, la via dello shopping turca, lunga circa 3 km, piena di negozi, botteghe di artigianato, ristoranti e bar.
Per cena, decidiamo di restare su questa via e ci rechiamo da Marko Pasa.
Il ristorante propone cucina tipica e vi consiglio di assaggiare le mitiche piadine (preparate a mano da una signora in vetrina).
L’atmosfera è accogliente, lo staff simpatico e cortese, i prezzi medi. Locale super consigliato!
Giorno 3: BASILICA DI SANTA SOFIA “AYASOFYA”, CISTERNA DI YEREBATAN, GRAND BAZAR
Dopo aver fatto colazione in hotel, usciamo diretti alla Basilica di Santa Sofia Ayasofya, uno dei simboli della città, costruita tra il 532 e il 537 per volere di Giustiniano.
La Basilica è oggi un museo con entrata a pagamento (20 lire turche).
Per la sua costruzione furono usati marmi policromi, materiali, pietre preziose e colonne originari dei templi di Diana a Efeso e di Atene in Egitto.
Il punto forte della Basilica è indubbiamente la sua immensa cupola: 831 metri di diametro!
I mosaici risalgono ai periodi bizantino e cristiano, e raffigurano Cristo, i Santi, la Beata Vergine, gli imperatori e le imperatrici del regno ottomano.
Con la caduta di Costantinopoli in mano ai turchi, Mehemet il Conquistatore volle trasformare la chiesa di Santa Sofia in Moschea, aggiungendo i nomi sacri musulmani alle pareti delle gallerie e sulla cupola.
Questo luogo di culto per i Cristiani divenne nel periodo degli Ottomani luogo di preghiera dell’Islam; per questo motivo, molti sultani ottomani fecero realizzare i loro Mausolei nel cortile della Basilica di Santa Sofia.
La fontana posta nel giardino di Ayasofya è stata costruita su commissione di Mahmud I nel 1740 e rivela influenze barocche oltre che bizantine.
Usciti dalla Basilica di Santa Sofia, ci troviamo di fronte alla Cisterna di Yerebatan, una struttura sotterranea costruita nel 532 d.C. come deposito d’acqua per l’approvvigionamento idrico della città.
La Cisterna è stata anche menzionata anche da Dan Brown nel suo romanzo “Inferno”.
Abbandonata e ridotta a discarica, nel 1987 dopo molti restauri è stata aperta al pubblico così decidiamo di visitarla pagando circa 5 euro a testa.
Scendendo una rampa di scale, ci ritroviamo in una sorta di tempio sommerso, un’enorme cisterna coperta da un soffitto sorretto da 336 colonne di stile classico.
Un’atmosfera suggestiva e seducente, un luogo che ci lascia a bocca aperta soprattutto grazie alla presenza dell’acqua che crea incantevoli giochi di luce e alla musica di sottofondo.
Percorrendo le piattaforme di legno poste al di sopra dell’acqua, arriviamo nel punto più attraente della cisterna: le teste di Medusa, della quale si credeva che chiunque la guardasse dritto negli occhi sarebbe rimasto pietrificato.
Usciti dalla Cisterna, ci fermiamo per uno spuntino da Massa Bistro Cafe & Restaurant, dove mangiamo un kebap vegetariano e un kebap di pollo a testa, spendendo circa 5 euro a testa.
Dopo pranzo, ci rechiamo al Grand Bazar per distrarci e acquistare qualche souvenir d’artigianato.
Il Grand Bazar di Istanbul è uno dei più grandi e antichi del mondo: un grande mercato coperto con più di 4.000 negozi realizzato intorno al 1400.
All’interno del bazar si può trovare qualsiasi tipo di negozio, da quello delle spezie ai tessuti, dai bar tipici ai venditori di lampade e oggetti di artigianato.
Noi, non volendo appesantire eccessivamente i nostri bagagli, abbiamo comprato infusi di te, delle pochette ricamate a mano e un paio di pashmine.
Tra il caos di colori e profumi, perdiamo la cognizione del tempo e arriva l’ora di cena.
Essendo la nostra ultima sera in città, andiamo a cena sulla via Istiklal Caddesi, uno dei luoghi che ci è più piaciuto in assoluto.
Ci fermiamo da Zubeyir Ocakbasi, sulla via principale, un ristorante con un barbecue in ottone posto al centro della sala da pranzo, dove vengono cotti kebab e verdure di ogni tipo.
I prezzi sono leggermente sopra la media (abbiamo speso poco meno di 50 euro in due) ma valgono la qualità del cibo .
Uno dei migliori ristoranti in cui siamo stati a Istanbul.
Piatto consigliato: kebab di agnello.
Considerazioni finali sul viaggio
Il luogo più bello e suggestivo? La Cisterna di Yerebetan
Il cibo più buono assaggiato? Le piadine turche (ma solo perché prediligo il salato al dolce)
Il luogo più “europeo”? La via Istiklal
Le 3 mete imperdibili: la Moschea Blu, il Gran Bazar, la Cisterna di Yerebetan
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