“TRA PRERIBILMENTE” ED “ENTRO”: SCADENZE QUANDO MANGIARE E QUANDO GETTARE
Se si parla di scadenze alimentari la presenza o meno della dicitura “preferibilmente” cambia le cose e di parecchio22. Se c’è significa che dopo quella data l’alimento è ancora commestibile, in alcuni casi anche per mesi, e mangiandolo non si rischia alcun mal di pancia. Certo ne risentirà in termini di gusto, aroma, colore e consistenza, e non avrà lo stesso apporto di nutrimenti, ma rimane sicuro.
Quanto in là possiamo spingerci rispetto a quanto indicato in etichetta? Dipende dai casi ma, in linea di massima, più lungo è il termine minimo di conservazione previsto per un determinato alimento e maggiore sarà il margine di tolleranza. Per intenderci: il tonno in scatola, che dura anni, se assunto tre mesi dopo la data indicata non avrà differenze significative. Se abbiamo dubbi, comunque, prima di buttare, apriamo, odoriamo, assaggiamo e decidiamo. Più attenzione richiedono gli alimenti maggiormente deperibili (latte fresco, uova, yogurt, ricotta, pasta fresca…) che prevedono l’idicazione “da consumarsi entro”: il termine è rigido, perché c’è in gioco la salute. Questo non significa che dopo questa data scatta un meccanismo di autodistruzione immediato: in alcuni casi è possibile una certa tolleranza, sempre che il prodotto sia stato conservato correttamente.
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