Continua il festival della primavera ritardataria, sostenuta per giunta da un paio di giorni di vento di scirocco che soffiando dall’Africa ha portato solo acqua mista a terra, e a me personalmente un albero troncato in giardino. Prima o poi doveva accadere, una parte del tronco era cresciuto storto e attorno a questo si erano intrecciati vari rami che sono venuti giù all’ennesima raffica di vento. Vi lascio intuire il rumore che ha fatto, ma soprattutto la faccia di Stefano che non riusciva a credere ai suoi occhi. Per intenderci in giardino non ho una quercia o una sequoia ma un albero particolare che produce i famosi tromboni d’angelo, dei fiori molto belli a forma di campana che in estate emanano un profumo meraviglioso. E’ iniziato tutto in sordina, prima i lampi e poi dei tuonni spaventosi, ovviamente non ci siamo interessati molto alla cosa visto che eravamo già beati nel nostro lettino a guardare la tv; poi ha iniziato a piovere con gocce da mezzo litro l’una, ma anche questo non ci ha disturbati. Solo quando abbiamo sentino lo schianto a distana ravvicinati ci è venuto il sospetto che qualcosa non andasse e vi lascio immaginare la nostra faccia quando ci siamo alzati e abbiamo guardato guardato fuori dalla finestra. Mezzo albero in terra che tra l’altro bloccava pure il patio davanti alla porta di casa. Con coraggio abbiamo affrontato la situazione e siamo corsi fuori a rimediare alla catastrofe. La cosa ridicola eravamo noi che a l’una del mattino col giubbotto sopra il pigiama e sotto una pioggia torrenziale cercavamo di liberare l’ingresso di casa da tutto quel groviglio di rami e foglie. Una scena fantozziana degna delle peggiori commedie demenziali.
Ingredienti:
4 tazze di semola di grano duro
1 tazza di farina bianca
20 gr di lievito fresco
2 cucchiaini di sale
2 tazze scarse di acqua tiepida
2 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
semi di sesamo o di papavero per ricoprire
In un bricco sciogliamo il lievito in acqua tiepida e uniamo l’olio.
In una ciotola mescoliamo la semola, la farina e il sale, poi facciamo un buco al centro e lentamente uniamo il liquido ottenuto precedentemente. Mescoliamo fino a ottenere un impasto compatto che rovesceremo sulla spianatoia e impasteremo per una decina di minuti. Fatto questo mettiamo a lievitare in una terrina leggermente oliata in un luogo caldo e asciutto coperto da della pellicola e alcuni panni. Io normalmente scaldo il microonde con grill per circa 5 minuti e lo uso come camera di lievitazione. La lievitazione deve durare almeno un’ora e mezzo o comunque fino a che l’impasto non raddoppia di volume.
Ultimata la lievitazione rimettiamo l’impasto sulla teglia già foderata di carta da forno e lentamente diamogli la forma di un pane rotondo. Rimettiamo a lievitare per un’altra ora e iniziamo a riscaldare il forno a 220°C. Ultimo tocco prima della cottura è l’aggiunta dei semi: il pane siciliano è famoso per i semini di sesamo che lo orna ma la ricetta indicava come alternativa i semi di papavero. Per farli aderire bene prima di cospargere il pane spennellatelo con dell’acqua, in questo modo i semi non cadranno appena ultimata la cottura.
Cuociamo per circa 45 minuti e sforniamo quando la pagnotta risulterà croccante e dorata.