Arrendersi mai, perseverare neanche: questo il problema!
Avevo deciso che tra me e il lievito madre non poteva esserci storia. Le relazioni che danno dipendenza mi creano un certo disagio: tra marito, figli e cani mi sembra più che sufficiente.
Ma alla fine evidentemente prevale il “rischio” o l’idea di stabilità e a furia di vedere i vasetti in fase esplosiva di Valentina mi sono fatta coraggio e sono andata a rubarne un po’.
L’ho inaugurato con la farina di grano arso…perché ovviamente non avevo altro in casa. Sembra una bufala: non lo è. Spesso e volentieri le cose di uso quotidiano finiscono, mentre quelle più particolari, conservate gelosamente, sono lì che mi aspettano.
Il primo tentativo è così riuscito che una pagnotta è finita in una sera, ne sono seguiti altri tre, mai perfetti come il primo (ovviamente!), ma ho deciso di pubblicare mentre continuo a cercare la perfezione.
L’alveolatura non è perfetta, ma altri sono i pregi: è un pane dal sapore deciso, che è come se ti riportasse indietro nel tempo, ha un sapore e una morbidezza tutte sue e sicuramente continuerò a provare.
Ricetta liberamente ispirata da qui:
400 g di semola rimacinata
200 g di farina di grano arso
500 ml di acqua
120 g di lievito madre
12 g di sale
Primo impasto. Mescolate la farina con 450 ml di acqua in planetaria con foglia a bassa velocità.
Fate riposare per 30 minuti.
Aggiungete il lievito in pezzetti, l’acqua rimasta e il sale.
Una volta che l’impasto sarà completamente “aggrappato” alla foglia sostituirla con il gancio e continuare a lavorare per qualche minuto. Fate riposare a temperatura ambiente per un’ora.
Rovesciate sul piano di lavoro e, senza impastare, schiacciate leggermente l’impasto e procedere con le pieghe e a tre. Rigirate l’impasto a 90° e ripetete l’operazione.
Sistemate l’impasto in una ciotola unta, coprite (normalmente posiziono un telo con sopra un piatto, e trasferite in frigorifero fino al giorno successivo.
Il giorno successivo togliete l’impasto dal frigo e portatelo a temperatura (circa 20°). Procedete con un altro giro di pieghe a tre, infarinate un telo, posizionatevi l’impasto e coprite con la ciotola.
Accedente il forno a 230° e posizionatevi la pentola di ghisa. fate scaldare per 30 minuti.
Trasferitevi l’impasto in modo tale che le pieghe siano sulla parte superiore. Coprite e fate cuocere per circa mezzora.
Togliete il coperchio e prolungate la cottura per altri 20 minuti, in modo tale da ottenere una bella crosta profumata.