#LovyFighters: l’hashtag contro la violenza sulle donne

“La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani”.
(Kofi Annan)
Quando tocchi tematiche di questo tipo non sai mai come iniziare perché lo vorresti fare con una delicatezza e una sensibilità senza confronti che credo non esistano termini che siano all’altezza, tanto che dicono che la violenza sia una mancanza di vocabolario.  
Non sai da dove partire, che parole usare, se riesci a dire tutto quello che vorresti che la gente capisse. Pensi di dire troppo poco, di non avere voce a sufficienza, di non sgolarti abbastanza, soprattutto sapendo di essere femmina e quindi “sorella” di quelle donne che sono vittime di questi fenomeni. Donne che soffrono, spesso in silenzio e in disparte a causa di una mano che si muove troppo veloce per essere una carezza o di un’offesa gratuita che non sa certo di complimento e dove il carnefice è quasi sempre un uomo.
Quello che so per certo è che l’hashtag giusto è #lovyfighters proprio come il nome del progetto benefico no profit che mira a sostenere e dar voce alle donne che sono vittima di violenze fisiche -quanto psicologiche e morali- perdendo la loro dignità, giorno per giorno, senza esserne consapevoli, imprigionandosi in un mondo apparente dove viene paralizzato ogni aspetto dell’essere donna. 
E di favola c’è ben poco. 
Mi piace l’espressione che usa Michelle (nrd. Hunzicher) “Siamo tutte la stessa donna quando una di noi è costretta a subire”. 
Qui si parla di sorellanza – e fratellanza – che può salvare tante vite.
Ma serve tanta voce, serve coraggio, consapevolezza, serve tenacia per gridare al mondo che esiste un modo per porre fine a tutto questo e ridare valore alla propria vita. 
Il silenzio non porta a nulla e le parole non dette e non confidate o il far finta di niente non eliminano l’insulto, lo schiaffo dato. Il silenzio diventa complice del manipolatore, che inevitabilmente si ripresenta sotto casa, ti ricatta di nuovo e ti minaccia per finire a soffocarti dentro lo stesso identico vortice, strangolando ogni tua minima libertà e togliendoti la padronanza e il diritto di un lungimirante avvenire. 
Questa magnifica iniziativa coinvolge volti noti del mondo dello spettacolo primi fra tutti gli stessi Michelle Hunziker, Giulia Bongiorno, Gaia e Tomaso Trussardi, ma anche le donne che sono state le vere vittime di questi soprusi che ci invitano a tendere la mano a favore di questa campagna di sensibilizzazione, contro i maltrattamenti frequenti, le discriminazioni e l’omertà. 
Un’importante testimonianza è quella di Jessica Notaro, la 28enne riminese che tutti conosciamo per la triste vicenda che l’ha coinvolta, rimanendo sfregiata con l’acido dal suo ex. Jessica torna a pubblicare sul suo profilo facebook indossando proprio la t-shirt #lovyfighters creata da Trussardi.
Si può contribuire concretamente al progetto acquistando la t-shirt #LovyFighters o l’iconica borsa Lovy entrambe create dallo stilista Trussardi, acquistabili sia nei negozi monomarca del brand sia  direttamente sul sito www.trussardi.com, trasformando per un attimo la moda in simbolo di lotta e di e prevenzione.
I fondi raccolti saranno donati alla onlus Doppia Difesa, fondazione nata 10 anni fa dalla volontà di Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno, che si impegna ad aiutare coloro che subiscono violenze e abusi – donne in primis – e che non hanno il coraggio e la forza di denunciare o che non riconoscono che tutto ciò sia immorale e ingiusto nei loro confronti. Le donazioni saranno impiegate per sostenere le attività, l’assistenza (anche legale) e il sostegno psicologico alle vittime per essere all’altezza dei problemi da affrontare – e sono veramente infiniti – come vere “fighters” sul ring pronte a sferrare dritti e rovesci per mettere ko chi ci mette in condizione di subire colpi violenti così sleali e infidi.
Altro importante obbiettivo di Doppia Difesa è quello di ascoltare i suggerimenti sulle proposte di legge per colmare le lacune che ad oggi troviamo sul panorama normativo del nostro Paese su questo argomento.
Fare del bene non è mai un fatto privato. Tutti, indistintamente, e instancabilmente possiamo farlo. E credetemi che finora si è fatto davvero tanto, perché in pochi anni si è triplicata la sensibilizzazione sul femminicidio e sugli eventi traumatici che ci ruotano attorno, considerando che circa il 90% dei maltrattamenti subite dalle donne avviene in ambito familiare e domestico. 
Ma c’è bisogno di fare ancora, di esaltare la diffusione di valori come il rispetto e l’amore, quello naturale e non quello subdolo e morboso che sopprime ogni minima traccia di rispettabilità e certezza, portandoti a credere di meritarti quelle ingiustizie carnali e quelle offese continue. 
Quello non è vero amore e chi te lo infligge non è un vero uomo. 
“La parte più bella di questa iniziativa è vedere che finalmente le vittime sono uscite allo scoperto, hanno avuto la forza, il coraggio di raccontare, anche in uno scatto, la loro storia.”
-Giulia Buongiorno-
Francesca Maria
     

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