L’American Heart Association ha deciso di mettere al bando gli zuccheri per tutti i bambini fino ai 2 anni di età per cercare di stroncare sul nascere il rischio di obesità e invitare i più piccoli a un alimentazione più consapevole.
Un consumo elevato di alimenti confezionati e bibite gassate contenenti una grande quantità di zuccheri aggiunti, infatti, non fa altro che abituare il gusto a sapori eccessivamente dolci, allontanando dalla propria dieta cibi più sani come la frutta.
Se si misurasse con dei rifrattometri specifici la quantità di zuccheri contenuta in un frutto si noterebbe che gli indici Brix non solo indicano la presenza di zucchero (maggiore o minore in base al frutto), ma anche quella di altre sostanze essenziali per la buona salute come sali minerali, vitamine e calcio, di cui invece sono pressoché privi merendine e altri cibi-spazzatura.
E sempre in tema di zuccheri non sembra ancora del tutto risolta la diatriba tra zucchero grezzo e zucchero bianco. Esiste davvero un tipo di zucchero più dannoso dell’altro? In realtà sembrerebbe di no.
Entrambe le tipologie di zucchero infatti contengono la molecola del saccarosio: a renderli diversi è la sola presenza in quello grezzo della melassa. Alcuni potrebbero obiettare che la melassa contiene vitamine e potassio, sostanze molto utili all’organismo per restare in forma; tuttavia, la quantità in cui sono presenti questi elementi è così ridotta, che un normale consumo di zucchero grezzo non apporterà mai concreti benefici alla nostra salute.
In altre parole da un punto di vista nutrizionale è impossibile avvertire una reale differenza tra zucchero bruno e zucchero bianco.
Anche il colore non è certo un indicatore di maggiore o minore salubrità. Il saccarosio puro è già bianco per natura; i processi a cui viene sottoposto lo zucchero di canna o quello estratto dalla barbabietola da zucchero prima di essere commercializzato hanno come scopo solo quello di eliminare le impurità presenti nella melassa.
Al saccarosio estratto dalla canna viene inoltre effettuata un’ulteriore purificazione con idrossido di calcio e carbone attivo, ma a lavorazione finita non esiste più alcuna traccia di queste sostanze. Lo zucchero ricavato dalla barbabietola da zucchero, invece, subisce anche un trattamento a base di diossido di zolfo, i cui residui però permangono in quantità così basse da non influire in alcun modo sulla sua sua qualità.
La scelta dello zucchero si rivela essere dunque una semplice questione di gusto; l’importante è moderarne il consumo e inserirlo all’interno di una dieta sana ed equilibrata.
Alla prossima,
A.
*Articolo scritto in collaborazione con Emme 3
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