Ecco la seconda puntata delle nostre vacanze in Cadore. Come ho già detto alla fine della 1^ parte, le ginocchia, dopo il Sorapiss, hanno fatto qualche capriccio, perciò abbiamo deciso di risparmiarle un po’, salendo al Rifugio Col De Varda con la seggiovia che parte dal Lago di Misurina.
Partiamo dalla nostra base di Auronzo con un sole splendente che ci accompagna per tutto il tragitto in auto, poi poco prima di Misurina ci troviamo improvvisamente avvolti da una spessa coltre nebbiosa e grigia che persiste anche sul lago e nasconde completamente il bellissimo sole di cui sopra. Com’é possibile che sia sparito così? Guardiamo in alto e vediamo dei nuvoloni grigi che incombono solo sul lago e sul monte dove dobbiamo salire noi, mentre tutt’intorno è sereno! Un po’ interdetti e spaesati scendiamo dall’auto e… che freddo! Subito ci infiliamo felpe e marsupi, dotazione immancabile negli zaini degli escursionisti di montagna, e ci rechiamo all’ingresso della seggiovia per il Col de Varda. Siamo un po’ in anticipo, apre alle 9,00. Costo biglietto A/R € 11,00. Siamo i primi. E’ tanto che non prendo una seggiovia e mentre mi passo lo zaino sul davanti e mi posiziono per salire, mi sento leggermente emozionata. Finalmente si parte e, lentamente, saliamo sempre avvolti dal grigiore delle nuvole basse. In circa 15 minuti passiamo dai 1.756 mt del Lago ai 2.106 mt. del Rifugio Col de Varda. A tre quarti della salita, la nebbia svanisce e lascia il posto a un bel sole luminoso. Meno male! Ora è cambiato tutto! Con l’entusiasmo di un bambino scendiamo dalla seggiovia ed andiamo subito a consultare i segnavia. La nostra idea era di andare al Rifugio Città di Carpi che si raggiunge, tra vari saliscendi, in un’ora e trenta, (che per noi diventano due), poi però, veniamo attratti dalle indicazioni per il Rifugio Fonda Savio e decidiamo di seguire quelle, in quanto il percorso ci sembra più interessante. Prima però scattiamo una foto al Lago di Misurina visto dall’alto…
|
Rifugio Col De Varda – Lago Misurina – Verso Forcella Misurina |
Come detto, quassù c’è il sole, quindi via subito i marsupi, invece le felpe servono ancora. Imbocchiamo il sentiero Bonacossa n. 117, che inizialmente sembra passare in mezzo ad un giardino, ma che presto si trasforma in uno stretto stradello detritico che si snoda in moderata salita sulla nuda roccia, sotto paurose pareti strapiombanti.
|
Verso Forcella Misurina e Rifugio Fonfa Savio – Sentiero 117 |
La vegetazione è scarsissima, ma lungo il percorso non mancano piccoli fiori coraggiosi che crescono tra le ghiaie, in un habitat così ostile
|
Piccoli fiori crescono… tra le rocce |
|
Piccoli fiori crescono… tra le rocce |
|
Piccoli fiori crescono… tra le rocce |
|
Piccoli fiori crescono… tra le rocce |
|
Piccoli fiori crescono… tra le rocce |
Mentre continuiamo a salire, ci guardiamo indietro e scorgiamo ancora il Rifugio Col de Varda con la seggiovia. Ma come! E’ ancora lì? Eppure ci sembrava di aver fatto tanta strada!
|
Rifugio Col De Varda dal sentiero 117 |
Questi massi attirano la nostra attenzione, viene quasi voglia di passarci in mezzo
|
Verso Forcella Misurina e Rifugio Fonda Savio – Sentiero 117 |
Guardando verso il basso si vede ancora il Lago di Misurina con i boschi che vi si specchiano dentro…
|
Lago di Misurina visto dal sentiero 117 |
… e guardandoci attorno colpisce la mole del Sorapiss…
|
Zoom sul monte Sorapiss |
… e la Croda Rossa, oggetto di un recentissimo crollo, con le sue screziature colorate…
|
Zoom sulla Croda Rossa |
E cammina, cammina, facciamo ad un tratto un’inquietante scoperta: dobbiamo salire un canalone attrezzato con cordini e scalette, tra l’altro tutte scardinate, che conduce in cima tra le due guglie, dove si intravedono quei piccoli puntini che, in realtà, sono persone. Si tratta della prima delle due forcelle del percorso, ovvero la Forcella Misurina, mt. 2.395. L’altra è la Forcella del Diavolo (un nome che è tutto un programma).
|
Forcella Misurina mt. 2.395 |
Ci guardiamo con aria interrogativa, ma la curiosità e la voglia di avventura è tanta e, anche se un pochino spaventati, cominciamo a salire aggrappandoci saldamente al cordino di acciaio, senza mai staccare le mani
|
Salita alla Forcella Misurina |
La salita è ripidissima… fortuna che c’è la possibilità di tenersi! Ma, una volta arrivati sulla sommità della Forcella, rimaniamo senza fiato: un panorama fantastico, con le Tre Cime di Lavaredo sullo sfondo. E’ esaltante sentirsi parte di questa natura aspra e selvaggia, che si manifesta, forte e prepotente, in tutta la sua grandezza e magnificenza. Questa vista ci ripaga abbondantemente di tutta la fatica fatta fin qui!
|
Sulla sommità della Forcella Misurina mt. 2.395 |
Dopo il primo momento di stupore, guardiamo verso il basso e realizziamo che ora dobbiamo scendere la Forcella dall’altra parte, giù per un canalone vertiginosamente profondo, anch’esso attrezzato con cordini.
|
Forcella Misurina – discesa dalla parte opposta |
Ci precedono altri escursionisti, attrezzati con imbragature, ganci e caschetto, che si assicurano al cordino e scendono veloci in sicurezza. C’è anche chi si avventura “a mani nude”, come siamo noi, ma cominciamo a pensare che forse è troppo per le nostre capacità, così decidiamo di rinunciare, giriamo i tacchi e, con un po’ di dispiacere, torniamo indietro.
Quindi dobbiamo riaffrontare la Forcella Misurina, ma questa volta in discesa e, da sopra, fa ancora più impressione. Facciamo un bel respiro e andiamo, sempre aggrappati ai cordini.
|
Forcella Misurina vista da sopra – ritorno |
Ancora qualche foto agli imperdibili panorami sulla via del ritorno: qui sotto al centro sempre il Sorapiss…
|
Sulla via del ritorno verso il Rifugio Col De Varda (seggiovia) |
… e qui sulla sinistra la Croda Rossa
|
Sulla via del ritorno verso il Rifugio Col De Varda (seggiovia) |
Siamo giunti al punto di partenza ed, in effetti, un cartello sotto i segnavia, avverte che necessita l’apposita attrezzatura, ma come due bambini in preda alla smania d’avventura, l’abbiamo allegramente ignorato. Comunque, anche se non siamo riusciti a raggiungere la nostra meta finale, abbiamo ugualmente vissuto un’esperienza molto interessante.
|
Inizio sentiero n. 117 Bonacossa per il Rifugio Fonda Savio |
Si sa che l’aria di montagna mette appetito, perciò ci fiondiamo dentro il Rifugio Col de Varda dal quale arrivano invitanti profumini. e ci accomodiamo sulla terrazza
|
Rifugio Col de Varda mt. 2.106 |
Ordiniamo Canederli al burro e formaggio e Funghi con Polenta, accompagnati da vino rosso. Tutto buono, specie i Canederli, che però ho dimenticato di fotografare
|
Funghi con polenta al Rifugio Col de Varda |
Dopo il caffè, ben rifocillati, decidiamo di provare a raggiungere il Rifugio Città di Carpi mt. 2.110, incoraggiati dal fatto che sta alla stessa altitudine a cui ci troviamo ora.
Imbocchiamo quindi il sentiero n. 120, costituito da una carrareccia, che procede in lenta, ma costante discesa. Alla nostra destra il panorama sul selvaggio gruppo delle Marmarole è superbo: una fitta selva di cime aguzze e slanciate, protese verso il cielo, che spuntano da una distesa sterminata di verdissimi abeti.
|
Verso il Rifugio Città di Carpi – Marmarole |
|
Verso il Rifugio Città di Carpi – Marmarole |
|
Verso il Rifugio Città di Carpi – Marmarole |
Dopo una buona mezz’ora di cammino, la stanchezza già accumulata dalla precedente salita alla Forcella, comincia a farsi sentire, anche perché il sentiero è tutto al sole, che oggi picchia discretamente, in più prosegue sempre uguale e sinceramente risulta essere un po’ monotono e, soprattutto, continua a scendere, il che significa che prima o poi dovrà inevitabilmente risalire. Infatti incontriamo un gruppo di escursionisti di ritorno stanchi e sudati, che confermano la nostra teoria, avvertendoci di una salita abbastanza consistente che, al ritorno dovremo ridiscendere e poi, quella che fin qui è stata discesa, sarà tutta salita. Tutto ciò considerato, decidiamo che per oggi può bastare e torniamo sui nostri passi, fino alla seggiovia che ci riporta al Lago di Misurina. Qui gironzoliamo ancora un po’, scattando qualche classica inquadratura, con le Tre cime sullo sfondo.
|
Lago di Misurina |
|
Lago di Misurina |
Risaliamo in auto e mio marito propone di andare al Lago d’Antorno, che si trova nelle immediate vicinanze.
Arrivati, scendiamo verso le sue rive. Qui non c’è quasi nessuno e regnano il silenzio e la tranquillità, complice, forse, anche l’ora un po’ tarda. Questo piccolo lago è molto più bello, romantico e intimo del più blasonato e conosciuto Lago di Misurina, sempre così mondano, affollato e chiassoso.
Anche qui dominano le Tre Cime di Lavaredo che, come donne vanitose, si specchiano nelle sue acque immobili, consapevoli della loro prorompente bellezza.
|
Lago di Antorno |
Da questa angolazione, invece, sono i Monti Cadini a riflettersi nelle verdi e placide acque…
|
Lago di Antorno |
… sui quali sorge il Rifugio Fonda Savio (dentro il cerchietto rosso), che avremmo dovuto raggiungere questa mattina, se non avessimo, a ragione, desistito. Per gli escursionisti più tranquilli, poco prima del Lago d’Antorno, c’è un parcheggio dal quale parte un’altro sentiero più semplice, ma pur sempre con 500 mt. di dislivello, per salirvi in maniera più convenzionale. Chissà che non ci riproveremo da lì!
|
Rifugio Fonda Savio |
La giornata volge al termine e, soddisfatti per tutto ciò che di bello abbiamo visto e vissuto, rientriamo con calma ad Auronzo per la cena. Alla prossima.
Qui la prima parte della mia “Evasione” in Cadore.
Alla prossima “Evasione”… dentro o fuori la mia cucina!
Se trovi interessanti le mie “evasioni”, Ti invito a diventare fan della mia pagina Facebook per essere sempre aggiornato sulle novità del mio blog. Allora clicca qui : “Dolci” Evasioni e spunta la voce “Mi piace” Grazie!
Altre ricette simili a questa: