Signs and Objects. Pop Art della collezione Guggenheim

La Pop Art mi ha sempre affascinato. Quindi non potevo mancare alla preview dedicata alla stampa, della mostra Signs and Objects. Pop Art che si è svolta al Museo Guggenheim di Bilbao. Una selezione di 40 opere dei protagonisti più famosi della Pop Art, provenienti dalla collezione Guggenheim, tra cui artisti come Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, James Rosenquist ed Andy Warhol, con in aggiunta autori più contemporanei che ampliano l’eredità del movimento. La Pop Art nasce in Inghilterra verso la fine degli anni ’50, per poi estendersi negli Stati Uniti. Consacrata dai critici, tra cui lo scrittore e curatore britannico Lawrence Alloway, che nel 1958 coniò il termine Pop Art e organizzò la mostra Six Painters and the Object, al Guggenheim Museum di New York, facendo conoscere agli americani il nuovo movimento artistico. 

Roy LichtensteinGrrrrrrrrrr!! , 1965 Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Dono dell'artista 97.4565 Foto: Midge Wattles, Solomon R. Guggenheim Museum, New York. © Roy Lichtenstein © Museo Solomon R. Guggenheim, New York

Roy Lichtenstein Grrrrrrrrrr!! , 1965 
Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Dono dell’artista 97.4565
Foto: Midge Wattles, Solomon R. Guggenheim Museum, New York.
© Roy Lichtenstein © Museo Solomon R. Guggenheim, New York

La mostra appena inaugurata al Guggenheim di Bilbao è suddivisa in due sezioni: Signs che racconta di come gli artisti pop hanno incluso nella sfera artistica elementi considerati dall’”arte elevata” volgari. E che, per realizzare le loro opere, hanno esplorato il linguaggio visivo della cultura popolare, ispirandosi a pubblicità, giornali, cartelloni pubblicitari, film, fumetti e vetrine. Per esempio Roy Lichtenstein dipingeva le sue tele simulando i punti della griglia di stampa, utilizzando le tecniche commerciali dei fumetti e dei giornali. Richard Hamilton, a cui viene spesso attribuita la nascita della Pop Art, utilizzava il concetto di ripetizione, che ricorre spesso in quest’arte, e che figura nella sua serie di rilievi in vetroresina del Guggenheim Museum di New York, ispirati a una cartolina dell’edificio.

James RosenquistFlamingo Capsule, 1970 Guggenheim Bilbao Museoa GBM1997.9 © James Rosenquist Foundation, Guggenheim Bilbao Museoa, Bilbao, 2024

James Rosenquist Flamingo Capsule, 1970
Guggenheim Bilbao Museoa GBM1997.9
© James Rosenquist Foundation, Guggenheim Bilbao Museoa, Bilbao, 2024

Una tecnica adottata anche da Andy Warhol nella sua arte, che utilizzava come soggetto anche immagini stampate recuperate da giornali, fotogrammi pubblicitari e annunci e li riproduceva con la serigrafia. Così come James Rosenquist che prendeva spunto dalle tecniche e dai motivi provenienti dall’industria dei grandi annunci pubblicitari. L’artista di origine greca Chryssa si ispirava alle insegne luminose di Times Square, mentre Josephine Meckseper combina elementi artistici con oggetti di consumo in sculture che spesso assumono la forma di vetrine commerciali.

Volano Molle - Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen

Volano Molle – Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen

Nella sezione Objects, gli artisti hanno preso spunto dalla storia del Dadismo che includeva satiricamente oggetti e attività della vita quotidiana come strumenti di critica sociale ed estetica. Come Robert Rauschenberg che assemblava oggetti e materiali trovati, come cartone, plastica e rottami, nonché immagini comuni rese attraverso tecniche di trasferimento o processi di serigrafia commerciale. Jim Dine e Claes Oldenburg fanno parte di un gruppo di artisti che trasferivano le implicazioni gestuali e soggettive della pittura dell’Espressionismo astratto in performance, che combinavano danza, arti visive, musica e poesia, e potevano essere finte cene, cerimonie stravaganti o vetrine fittizie in cui si offrivano oggetti assurdi, e criticavano la devozione della società al consumo di massa. In collaborazione con Coosje van Bruggen, che sposa nel 1977, Oldenburg crea sculture e progetti di grandi dimensioni, come Volano Molle, nata per prendere in giro scherzosamente l’imponente struttura del Guggenheim di New York, mostrando il ruolo istituzionale del museo come luogo non solo di cultura e istruzione, ma anche di svago e divertimento, ed ora in mostra al Guggenheim di Bilbao.

Maurizio CattelanDaddy, Daddy, 2008 Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Dono anonimo 2012.3 Foto: Kristopher McKay, Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York. ©Maurizio Cattelan

Maurizio Cattelan Daddy, Daddy, 2008
Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Dono anonimo 2012.3
Foto: Kristopher McKay, Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York. ©Maurizio Cattelan

Nella mostra Signs and Objects sono presenti anche alcune opere di artisti come la francese Niki de Saint Phalle, il tedesco Sigmar Polke, il colombiano Miguel Ángel Cárdenas, l’italiano Mimmo Rotella che esplorano uno stile legato alla Pop Art, noto come Nouveau Réalisme, fino ai giorni nostri, con le installazioni di Maurizio Cattelan, le vetrine di Josephine Meckseper, il film Empire di Warhol rivisitato da Douglas Gordon e le riflessioni sull’identità e sulla cultura dei consumi di Lucìa Hierro e José DàvilaLa mostra è patrocinata da BBK, mentre i commissari sono Lauren Hinkson e Joan Young, curatrici del Solomon R. Guggenheim Museum.

Signs and Objects. Pop Art della Collezione Guggenheim

Museo Guggenheim Bilbao
Avenida Abandoibarra 2
48009 Bilbao

Fino al 15 settembre 2024

Photo Credit cover Niki de Saint Phalle Senza titolo , 1979 Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Regalo, Susan Morse Hilles Estate 2002.38
Foto: Ariel Ione Williams, Solomon R. Museo Guggenheim, New York. © Niki Fondazione d’arte benefica, VEGAP, Bilbao, 2024

L’articolo Signs and Objects. Pop Art della collezione Guggenheim proviene da Isabella Radaelli.

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