Friarielli sott’olio, ricetta con foto
I friarielli a Napoli sono i “friarielli” e basta! Già se andate nel Beneventano, intendono un’altra cosa e lo so perchè mio marito proviene da lì appunto. I friarielli (o “frigiarelli”, o come li volete chiamare), sono sicuramente una delle preparazioni più amate dai napoletani, una delle preferite e in assoluto nella top five, direi eheh! Ma cosa sono? I friarielli sono molto simili alle cime di rape, praticamente sono broccoletti con infiorescenze appena sviluppate e vengono coltivate prevalentemente in territorio napoletano. Il loro sapore è unico e speciale, con una lieve nota amarognola. Sono simili ma diversi dalle cime di rape, sono loro… Oggi la ricetta che vi propongo è quella dei
friarielli sott’olio!
In realtà il loro nome deriva dal modo di cucinarli tipicamente napoletano, ovvero tuffati in una capace padella ancora grondanti d’acqua, in (abbondante) olio caldo e spicchio d’aglio. In questo modo si sentiranno “sfriere” (friggere appunto!!!). Il matrimonio più riuscito in cucina è salsiccia e friarielli, da gustare con un bel paninozzo.
Purtroppo, i friarielli sono una verdura prettamente invernale, per cui prepararli sott’olio è un modo per poter apprezzare i friarielli anche in estate! Una delle cose che si facevano in passato, non essendoci frigoriferi, è appunto la conservazione degli alimenti sott’olio: in questo modo si potevano conservare svarati tipi di verdure per molti mesi. I friarielli sott’olio sono un retaggio della nostra cultura culinaria meridionale! E direi che sono apprezzatissimi, sono davvero molto buoni
Quindi, vediamo come preparare i friarielli o cime di rapa sott’olio, con questa ricetta corredata di foto. Niente di particolarmente difficile, procuratevi dei vasetti, anche riciclati, bensì i tappi è preferibile che siano nuovi.
Ingredienti
- 1 kg di friarielli puliti (peso al netto)
- sale grosso q.b. (circa 50 g)
- 1 lt di acqua
- 500 ml di aceto di vino bianco
- 4-5 spicchi d’aglio (o secondo gusto)
- 3-4 peperoncini essiccati
- olio extravergine d’oliva q.b. per condirli
- olio d’oliva (circa 600/700 ml) per invasettarli
Procedimento
Pulire i friarielli, eliminando le parti esterne ed ottenendo solo le cimette. Lavateli con abbondante acqua, risciacquandoli più volte. I friarielli si vendono a fascetti, ne servono almeno sei-otto, in realtà a me li ha puliti la signora sotto casa. Eliminare le foglie più dure e scegliete quelle più tenere, con le piccole infiorescenze gialle.
A questo punto ponete in una pentola l’acqua e l’aceto (in rapporto 2:1) e portate ad ebollizione con il sale grosso. Quando inizia a bollire, unirvi una manciata di friarielli alla volta e far sobbollire per 3 minuti (tempo che si conteggia dall’inizio dell’ebollizione, non di più. In questo modo la verdura rimarrà croccante e si ammorbidirà poi nell’olio), sollevatele con una schiumarola e ponete a scolarle. Passate man mano a sbollentare tutti i friarielli nella soluzione di acqua e aceto.
Dopodiché, adagiatele tutta la verdure su un telo pulitissimo (io uso una vecchia tovaglia che uso solo per questo tipo di preparazioni) e lasciate asciugare i friarielli tamponando con un altro telo. Fate asciugare per almeno una mezza giornata (calda) oppure tutta la notte.
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Per sterilizzare i vasetti
Sterilizzare i vasetti facendoli bollire in una capace pentola per almeno 20 minuti (tempo che si calcola dal’inizio del bollore), avvolti da canovacci, per evitare che possano rompersi. Farli asciugare a testa in giù, poi li giro per fare in modo che si asciughino anche internamente. Si possono sterilizzare anche in forno, che è molto più comodo, disponendo i vasetti, con l’apertura verso l’alto, in forno a 100° e una volta raggiunta la temperatura desiderata lasciar i barattoli per 10-15 minuti all’interno del forno acceso. A 5 minuti dalla fine, mettete i coperchi, lasciando raffreddare a sportello chiuso.
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Ora adagiate i friarielli sbollentati in una grande zuppiera e condite con spicchi di aglio, peperoncino essiccato a pezzettini e olio extravergine d’oliva. Mescolare per condirle bene. Aggiungete poco sale fino, assaggiando se occorre.
N.B.
Gli spicchi di aglio li ho affettati e sbollentati qualche minuto nell’aceto.
Procediamo ad invasare.
Disponete i friarielli così conditi in barattoli di vetro precedentemente sterilizzati, pressando bene gli strati, facendo fuoriuscire tutte le bolle d’aria e battete ogni tanto sul piano da cucina i vasetti. Riempire i vasetti fino a un paio di cm dal bordo. Versate poi olio d’oliva abbondante sulla superficie fino a coprire completamente i vasetti.
Coprire i vasetti con il solo tappo appoggiato ed attendete qualche ora prima di chiudere i barattoli ermeticamente. Se necessario, fate ulteriori rabbocchi di olio, se il livello dello stesso è sceso, lasciando i friarielli scoperti. Quando siete sicuri che siano completamente coperti di olio, chiudete molto bene con i tappi.
Ora procediamo con la seconda sterilizzazione, a conserva effettuata.
Disponete i barattoli ben tappati in una pentola alta riempita d’acqua, facendo in modo che i vasetti siano completamente sommersi e portate ad ebollizione. Fate bollire per circa 20 minuti dalla ripresa del bollore. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare completamente i barattoli nella pentola.
Quando i vasetti saranno freddi, toglieteli dalla pentola, asciugateli bene e procedete ad etichettare i vasetti, con un adesivo indicante la data di preparazione.
Si consiglia di attendere almeno un paio di settimane prima di aprire il vasetto. Una volta aperto, fate in modo che i friarielli siano sempre ri-coperti di olio.
Ed ecco i miei friarielli sott’olio
Deliziatevi con questa bontà!
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Ciao Lucia, bentornata nel blog. Anche se non ho commentato non è che non ti seguivo eheh.
Purtroppo dalle mie parti trovo solo le cime di rape che, proprio oggi, ho fatto saltate con aglio, olio e peperoncino: una squisitezza.
Pensi che potrei fare queste sott’olio, secondo la tua ricetta?
Complimenti per i tuoi post sempre curatissimi e precisissimi. Ciao Mari
Ciao Mari, quanto tempo, è bello ogni tanto leggervi qui sul blog.
Vada per le cime di rapa, ma devono essere le parte più tenere 🙂
Un bacione,
Lucia