Lassù nella Doc Isonzo

Moraro è un paesino del goriziano che prende il nome da morar, che in friulano significa “gelso”, data l’antica attività di coltivazione del baco da seta in zona. Murva è “gelso” in sloveno, ma Murva, dato che lavorava i bachi da seta, era anche il soprannome della bisnonna di Alberto Pelos, proprietario tuttofare, insieme alla moglie Renata, dell’azienda vinicola Murva di Renata Pizzulin.

Nata nel 2009, la prima vendemmia risale al 2011, si estende per 4 ettari vitati tutti all’interno della Doc Isonzo del Friuli con una produzione di circa 15 mila bottiglie.


Alberto, di formazione tecnica enologica, dopo aver lavorato per parecchi anni in una famosa cantina dei dintorni, ha deciso di mettersi in proprio e di recuperare i terreni di famiglia, che suo nonno aveva destinato ai seminativi. Moraro si trova nella parte più alta della valle del fiume Isonzo e le vigne sono racchiuse fra le marne del Collio e i terreni calcarei del Carso.

La nostra visita comincia dal sito di Melaris, poco distante dalla cantina, dove sono stati piantati Refosco, Cabernet Franc, Cardonnay e Sauvignon. Tra i filari, inerbimento spontaneo che consente di regolare in maniera naturale, vista la scarsa profondità del terreno (da cui affiorano sassi dolomitici di origine glaciale), l’umidità del suolo fornendo nel contempo nutrimento organico biologico. 


Il paesaggio è incantevole e pure interessante: in primo piano il Monte Quarin, l’altura collinare più alta di Cormons, subito dietro le Pre Alpi, per finire poco dietro con le Alpi: tre fasce molto ravvicinate con caratteristiche climatiche e geomorfiche assai diverse. Da una parte la roccia madre è roccia alpina, che ha riempito la valle nei periodi di disgelo fra una glaciazione e l’altra (ce ne sono state 4!), l’ultima delle quali risalente a circa 250 mila anni. Dall’altra, l’argilla che ha viaggiato con l’acqua ed è stata depositata sui terreni, formando strati profondi anche e metri. 

Nel secondo sito visitato, il cui nome è Teolis, suggerito da un anziano del luogo e probabilmente legato alla produzione di “tegole”, si trovano vigne di Refosco, Sauvignon e Chardonnay piantate nel 2010.

Il terzo appezzamento è Murellis (nella zona di Corona), piantato a Malvasia, Chardonnay e Refosco, mentre nel quarto, detto Monuments, si sperimenta anche con una piccola vigna di Pinot Nero.

La vendemmia è manuale, concentrata in pochi giorni. L’azienda è a gestione familiare, ma punta in alto, con presenze importanti nella ristorazione e con l’adesione alla FIVI.

Un’azienda giovane, anche, ancora in fase di sperimentazione su molti fronti (la stessa resa di vitigno per zona), come lo stesso Alberto ci dice, ma da tenere d’occhio. Riserverà belle sorprese…



I nostri assaggi:


Teolis 2015
Bianco Sauvignon Blanc
Sapido, morbido, burroso, raffinato. Erbe e profumi varietali spiccati verso la complessità del frutto maturo (pesca bianca).

Melaris 2015
Malvasia
Assai beverino, diretto e semplice, ma persistente, salino con sentore di agrumi e profumi di lavanda ed erbe di campo, nota speziata.

Paladis 2015 (“palificazione” in friulano)
Chardonnay
Fermentato in legno, burroso, complesso ed elegante. Ancora inespresso nelle sue potenzialità, da bere fra qualche anno.

Murellis 2014
Refosco
Ruspante, immediato, frutto rosso a non finire, medio corpo, da una selezione di barrique. Annata difficile, ma interpretata nel segno della bevibilità.

Amelia De Francesco


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