La schiacciata di Pasqua, per non perdere la tradizione toscana

L’Artusi, la chiama “stiacciata alla livornese” (ricetta n°598 de “La scienza in  cucina e l’arte di mangiare bene”), a San Gimignano la chiamano “sportellina”, a casa mia l’abbiamo sempre chiamata “schiacciata di Pasqua”, ma nonostante tutti qusti nomi, il dolce è sempre quello: un lievitato tipico del periodo Pasquale realizzato con molte uova. Il termine schiacciata, infatti, non deriva dalla forma bassa del dolce: tutt’altro, è alto come un panettone! E’ frutto del fatto che per la realizzazione occorre “schiacciare” tante uova.
Scrive l’Artusi: “Le stiacciate alla livorneseusansi per Pasqua d’uovo forse perchè il tepore della stagione viene in aiuto a farle lievitare bene e le uova in quel tempo abbondano. Richiedono una lavorazione lunga, forse di 4 giorni, perchè vanno rimaneggiate parecchie volte”. Devo dire che questo brano e vedere le mie nonne affaccendarsi per giorni di fronte a questo dolce, mi ha a lungo scoraggiato dal provare a farlo. Poi però ho scoperto che ne esistono moltissime versioni con altrettante ricette. Ad Empoli la fanno diversa da come la fanno a Siena e a forza di indagare, ho trovato una ricetta della Sportellina di San Gimignano, che mi è sembrata un giusto connubio tra quantità di lavoro e gusto.
La Schiacciata di Pasqua è un pane dolce aromatizzato con i semi di anice. Non è un dolce, a tutti gli effetti come la colomba, con la quale qui in Toscana si divide la tavola di Pasqua, ma ha il gusto della mia infanzia e non potrò mai sostituirlo nel mio cuore. Mio nonno quando ero bambina, non voleva assolutamente che si portassero sulla tavola di Natale o di Pasqua, pandori panettoni o colombe. Non era roba nostra, della nostra tradizione, era roba da “mangiapolenta” (chiunque abitasse più a nord della Toscana). Perciò fino a vent’anni fa mia madre a Pasqua comprava la colomba dal panettiere e la mangiavamo i giorni prima, ma mai il giorno preciso (il nonno stilava dei dictat ai quali tutti ci attenevamo). Ancora oggi per le feste appena appare sulla tavola un panettone o una colomba, qualcuno della famiglia dice: “Se ci vedesse il povero nonno ci darebbe subito dei mangiapolenta!” La sportellina rappresentava la festa di Pasqua perchè era il frutto della stagionalità primaverile con la grande abbondanza di uova e la possibilità di lievitare più facilmente con le miti temperature. Una volta si consumava inzuppata nel Vinsanto, ma a casa mia l’abbiamo sempre portata in tavola insieme all’uovo di Pasqua, quindi per me il suo abbinamento è il cioccolato fondente. A proposito dell’uovo di cioccolato: mio nonno l’ha sempre amato e ne comprava uno ad ognuno dei nipoti, ogni anno. Poi quando è nato mio figlio ha incluso anche lui. Alla sua prima Pasqua, Niccolò ha ricevuto un uovo più grande di lui ed il nonno ha sentenziato: “Ai bambini la cioccolata piace sempre. Poi se non ce la fa la sua mamma l’aiuta a finirlo”. Come mi conosceva bene mio nonno!

Ingredienti per 3 schiacciate da circa 900 g

  • 1,5 kg di farina 00 (circa)
  • 50 g (2 cubetti) di lievito di birra 
  • 150 ml di latte intero
  • 7 uova
  • 450 g di zucchero
  • 110 g di olio extra vergine di oliva
  • 50 g di burro
  • 50 ml di rosolio di menta
  • 50 ml di maraschino
  • il succo di mezza arancia
  • 15 g di semi di anice
  • 1 albume per lucidare la superficie

Preparazione

Primo impasto
Sciogliere il lievito nel latte tiepido ( a 22°), aggiungere gradualmente 300 g di farina, fino a formare un impasto appiccicoso. Formare una palla e metterla a lievitare per 2 ore al calduccio e senza correnti d’aria, ad esempio nel forno spento con la lucetta accesa.

Secondo impasto
Aggiungere al primo impasto 3 uova a temperatura ambiente, 150 g di zucchero (io di canna integrale), 40 g di olio d’oliva, circa 400 g di farina. Impastare bene e lasciar lievitare in un posto al calduccio ed al riparo dalle correnti d’aria per circa 3 ore, o finchè non raddoppia di volume.

Terzo impasto
Aggiungere all’impasto lievitato 2 uova a temperatura ambiente, 150 g di zucchero, 40 g di olio d’oliva, circa 400  di farina, 25 ml di rosolio di menta, 25 ml di maraschino ed il succo della mezza arancia. Poi lasciar lievitare per 3 ore o finchè non raddoppia di volume.

Quarto impasto
Aggiungere all’impasto lievitato 2 uova a temperatura ambiente, 150 g di zucchero, 30 g di olio extra vergine di oliva, circa 400 g di farina, 50 g di burro sciolto, i semi di anice, 25 ml di rosolio di menta e 25 ml di maraschino. Far lievitare 3 ore o finchè non raddoppia di volume.
Quinto impasto
Lavorare bene l’impasto lievitato e suddividerlo in 3 parti uguali in stampi di carta da panettone. Lasciar lievitare l’impasto nei contenitori al calduccio almeno 4 o 5 ore, o finchè non hanno raddoppiato il volume
Cottura
Preriscaldare il forno a 180°. Appena le schiacciate sono pronte, spennellarne la superficie con l’albume sbattuto per lucidarle. Cuocerle per 45 – 50 minuti. Devono diventare gonfie e la superficie deve essere marrone scuro e l’interno asciutto.
Lasciarle riposare in forno qualche minuto prima di toglierle e farle raffreddare completamente.

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