Il vincitore dell’Mtchallenge n 58 è…….

Nel momento in cui parte questo post mio figlio sta salendo sul palco nella Chiesa Santa Maria della Sanità a Napoli, per l’ultima sua esibizione che conclude una stagione concertistica lunga e impegnativa della Nuova  Orchestra Scarlatti.

E io dopo sei lunghi e impegnativi anni per la prima volta non sono presente a un suo concerto, perché ho scelto di stare qui, a casa , dove non rischio di perdere la connessione, per pubblicare il mio post alle 21 in punto, per tutta la community dell’Mtc, per Alessandra Gennaro, anima, mente e cuore di questo gioco, per annunciarvi che la ricetta vincitrice dell’Mtc n 58 è la Pizza diversamente Margherita di Annarita Rossi del blog Il bosco di Alici.

Una ricetta che mi ha emozionata dal primo istante toccando le corde più profonde del  mio cuore; fosse per quell’alveolo a forma di cuore? Probabilmente si, perché io il cuore ce l’ho nel petto ma anche nella pancia, nella testa e nelle mani. Si è un difetto lo riconosco, un difetto che mi fa amare profondamente le persone tanto da non dimenticarle più per un’intera vita; mi fa amare gli impasti tanto da respirare il loro odore come fosse quella la mia aria; mi fa amare la musica tanto da distinguere nitidamente il suono di tromba di mio figlio in un’orchestra di quaranta o sessanta elementi come quando appena nato piangeva nel nido, io distinguevo il suo pianto tra una decina  di neonati, chiedevo insistentemente di portarmelo e quello stesso pianto senza interruzione precedeva e arrivava con lui che appoggiato finalmente sul mio cuore riuscivo a ridargli pace e sicurezza
Ma ritornando ad Annarita, la sua ricetta l’ho letta e riletta più volte, ho rimirato quell’impasto all’infinito, ho immaginato e sognato  il sapore, la consistenza, il profumo di quella pizza definita diversamente in un’epoca in cui ormai definiamo tutto diversamente quasi come una forma di rispetto per non urtare sensibilità e coscienze…. e cosa succede? Che  solo oggi mi accorgo che non c’è il mio commento.
Sono rimasta di stucco! L’unico post che non ho commentato!
Tanto mi aveva rapito questa donna da farmi perdere letteralmente la testa!
Ho visto pizze magnifiche, tutte, con tutti i tipi di impasto. Avrete capito bene che ho osservato la texture di questo, l’estensibilità, la stesura , l’alveolatura, i cornicioni, il gusto e la fantasia degli abbinamenti per le farciture; dove è stato necessario ho dato dei consigli che non hanno inficiato per niente il mio metro di misura. Una sfida tecnica affrontata e superata brillantemente nonostante tante pizze un po’ bianchine, alcune non alveolate, altre dall’aspetto molto biscottato. Ma tranquilli, le variabili che influiscono sulla riuscita della pizza sono tante: il forno (mal comune), la qualità delle farine, l’umidità e io questo l’ho notato e capito dov’era.
Ho visto “Margherite” che non dimenticherò mai: quella al piatto di Cindystar e quella in teglia di Pasqalina.
Ho visto pizze scure che non dimenticherò mai; quella al nero di seppia di Tiziana, quelle al carbone vegetale , quella alla liquirizia di Luisa Jane e di Arianna ( qui la liquirizia non si vede, ma vi assicuro che si  sente perché l’ho rifatta paro paro farcendola come ha fatto Patty per la Maschia-che goduria!!!)
Ho visto pizze integrali che non dimenticherò mai: Maria e Mariangela 
Ho visto pizze gluten free con farine specifiche, ma ce n’è una con farine naturalmente prive di glutine di Lidia
Ho visto pizze fatte da mani esperte che non dimenticherò mai , maestre dei lievitati:Veronica e Maria Teresa
Poi quella di Valeria che per il Brexit ha creato una pizza farcendola con un ingrediente per ognuno dei maggiori Paesi europei ma l’estensibilità e la manualità che dimostra è tutta napoletana.
E poi per i bolognesi una segnalazione: Sabrina Les Madeleines di Proust ha stilato una vera e propria guida alle pizzerie della sua città.
Ho visto due pizze che mi sono rimaste nel cuore, e che mi hanno fatta sentire un bel po’ combattuta per la scelta Roberta e Maria Pia : vi prego vivamente di leggere i loro post.

In questa sinfonia di ben 239 pizze è emersa lei, perché in essa ho riconosciuto l’anima, l’idea e il pensiero dell’Mtc: tecnica ai massimi livelli, competenza e creatività espressi in maniera sommessa e umile ma con una nota poetica  che trascende  ed eleva il lettore in una visione che va oltre il comune senso di guardare la realtà.

Il grano arso, difficile da reperire, è un grano duro tostato da cui si ricava la farina con cui comunemente si fa la pasta. Contiene un maggior tenore di proteine e negli impasti conferisce più elasticità rispetto ad altre farine, di conseguenza è più tenace da lavorare:; Annarita ha ottenuto un impasto che a dispetto di questa tenacità e della granulosità del grano arso sembra una nuvola, dopo la prima lievitazione, steso in teglia e dopo cotto c’è il richiamo continuo a questa sofficità.
Il pomodoro giallo, buono quanto quello rosso, ma molto delicato tanto che al palato sembra un velluto: un’intuizione per creare un contrasto cromatico con la base scura ma che enfatizza con la sua delicatezza la sofficità della pizza. La mozzarella, presente quasi in tutte le pizze, qui con il “pallido” basilico è il completamento ideale

A conclusione di questa sfida tutti rifarete la pizza; non importa che sia o non la mia ricetta, perché io non ho inventato nulla, non custodisco alcun arcano che vi ho rivelato, ho solo messo a disposizione la conoscenza di quello che più amo fare come farebbe chiunque altro , perché l’Mtc è questo ( e da qui vi riporto le testuali parole che ho estorto  ad Alessandra Gennaro):
“ l’idea e’ che non ci sia cosa piu’ triste e piu’ sterile che non condividere il proprio sapere
in cucina, il nostro sapere sono le ricette.
La cultura, le tecniche, le piccole storie che racchiudono
nessuno puo’ dar voce a quello che c’e’ dietro una ricetta, se non la condivisione
L’mtc nasce da questa visione: non e’ uno scambio, ma un CON-dividere
e tutti siamo chiamati a farlo
in ogni nostro post
siamo una scuola di cucina dove gli insegnanti sono anche alievi e gli allievi sono anche insegnanti
e dove il metro di giudizio e’ dato dal desiderio sincero di imparare,
di approfondire e di ampliare le proprie conoscenze”

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