IL PASTICCIO CARLOFORTINO

Il Pasticcio Carlofortino, un piatto dell’Isola di San Pietro, simbolo dell’unione forte e generazionale tra due paesi distanti l’uno dall’altro 700 km: Pegli (delegazione genovese) e Carloforte (CA). Oggi ve ne racconto storia e ricetta. 

pasta alla carlofortina

E’ una vicenda lontana, che comincia nel 1540, quando i pescatori pegliesi decisero di abbandonare la loro patria in cerca di fortuna e approdarono sulle coste tunisine; li vi si stabilirono attirati dalla grande quantità di oro rosso. 
A Tabarka, grazie anche alla nobile famiglia genovese dei Lomellini, che avevano ottenuto dal Bey di Tunisi la concessione dell’omonima isola prospiciente la città, i pescatori pegliesi divennero abili nel recupero del corallo facendone prosperare il suo commercio con il continente europeo, fino a quando nel 1738 a causa del deterioramento dei rapporti con le popolazioni arabe furono costretti a scappare. 
E qui intervenne il Re di Sardegna, Carlo Emanuele III di Savoia, che permise agli esuli tabarkini di stabilirsi sull’isola di San Pietro e fondare la città di Carloforte, così battezzata in onore del re. 
Questa molto brevemente la storia, ma, nel corso dei secoli, Carloforte ha mantenuto la sua forte identità “genovese”, conservando molte tradizioni liguri e sopratutto mantenendo il dialetto originale, il tabarchino, un mix di genovese, sardo e africano, che caratterizza ancora oggi la parlata quotidiana dell’isola. 
Quindi tornando in cucina, il Pasticcio Carlofortino è una fusione di sapori: il pesto alla genovese, il tonno sott’olio e la buzzonaglia, prodotti tipici dell’isola grazie anche alla lunga cultura di tonnara. 
Ed eccoli gli ingredienti principali: 
pasta alla carlofortina

- Pasta per pasticcio: un mix di pasta secca di semola di grano duro che annovera tra i suoi formati i corzetti (simili alle orecchiette), i maccaruin (tipo caserecce) e i casulli (una specie di gnocchetti sardi, tipici di Carloforte) . 

Prodotta solo sull’isola di San Pietro dal Pastificio Luxoro, è reperibile su tutto il territorio sardo ma, se siete in continente l’unica soluzione è rivolgersi al sito di e-commerce “La Bottega di Porto Torres”.
- Buzzonaglia: le parti meno pregiate del tonno, di colore molto scuro proprio perché ricavata dal pezzo di filetto a contatto con la lisca centrale, quindi molto più ricco di sangue, e conservata sottolio.
- Pesto genovese: cosa ve lo racconto a fare?

Ingredienti per 4 persone:

  • 320 g di pasta mista
  • 200 ml di passata di pomodoro
  • 3 cucchiai colmi di pesto genovese
  • 80 g di buzzonaglia (sostituibile con tonno sottolio)
  • 80 g di tonno sottolio
  • uno spicchio di aglio
  • olio extravergine d’oliva  q.b.
  • sale q.b.

In una larga padella, scaldate due cucchiai di olio extravergine d’oliva, quindi unite lo spicchio d’aglio, fatelo soffriggere leggermente e infine aggiungete la salsa di pomodoro.
Fate ridurre a fuoco lento tutta la salsa, successivamente allontanate dal fornello.
Aggiungete la buzzonaglia e il tonno entrambi ben sgocciolati dall’olio di conserva e mescolate bene.
Lessate la pasta al dente e unitela al sugo.
Trasferite nuovamente la padella sul fornello, saltate il tutto per qualche minuto, così da condire bene la pasta.
Infine, a fuoco spento aggiungete il pesto, date un’ultima mescolata per amalgamare bene i sapori e servite immediatamente.

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