Il ciliegiolo di Narni di Leonardo Bussoletti























Centro geografico d’Italia, ma anche pregevole cittadina umbra del lato ternano che ha dato i natali alla solita caterva di vescovi, uomini politici e cardinali, oltre che essere sede di un particolare sito archeologico: un cantiere navale di epoca romana, posto sul corso del fiume Nera.
Palazzi, piazze pregevoli, targhe di partiti politici scomparsi affisse ancora alle antiche sedi e sezioni, particolare il duomo con il semaforo posto ad un arco a pochi metri dall’entrata dell’edificio religioso.
Altra particolarità importante è il ciliegiolo, vitigno tipico della zona dove si coltiva fin dal 1200 e che qui sta dando risultati strabilianti grazie al lavoro svolto da Leonardo Bussoletti che ha fatto una mappatura dei vecchi vigneti, dove sono state individuate ben 30 varietà clonali da cui, dopo attente microvinificazioni, sono stati individuate le migliori viti che hanno permesso la vinificazione in purezza del ciliegiolo, dando risultati piacevolissimi.

Un esempio è il “Brecciaro”, etichetta dell’azienda Bussoletti, che inizialmente alla fine fragranza olfattiva non corrisponde alla percettibilità del sapore.
Ma pochi minuti in presenza di ossigeno permettono di riequilibrare il vino e renderlo di una grana setosa fresca e inappuntabile, che riesce a stare al passo anche con carni e arrosti impegnativi. Sono dodicimila le bottiglie di ciliegiolo prodotte dall’azienda.

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