Felicità è… un panetto che lievita.

danubio dolce

Un anno è passato, dall’ultima ricetta. Un anno importante  e pieno di sorprese, cambiamenti… c’è stato un attimo in cui ho pensato sul serio di chiudere tutto. Poi però qualcosa mi ha trattenuto, mi ha dato pazienza e ancora un po’ di fiducia. In me. In questo piccolo e prezioso spazio che, nonostante l’attesa e le pagine bianche, resta comunque un rifugio dolce e soffice. Come piace a me.

Che poi io cucino tutti i giorni. Sai che cosa sorprendente… direte voi! E non avete tutti i torti. Però ho pensato: “Ho un blog di cucina e non lo aggiorno più”. E penso a tutte le ricette che ho provato in questi mesi. Penso a tutte le sperimentazioni, le delusioni e le gioie con le mani in pasta. Penso alle foto postate su facebook, su Instagram. Chi mi conosce e mi segue da un po’, dà per scontato che io sia prima di tutto una food blogger e non di certo una scrittrice o un critico cinematografico. Cosa stana, che ancora non mi spiego.

Forse perché di food blogger ne seguo tantissime e io mi sento così lontana da loro. Le guardo, le ammiro, rubo loro qualche segreto per migliorare. Mi sento più “fan” della cucina che altro… e questa ragione potrebbe bastare a farmi tornare più convinta che mai. Perché se c’è una cosa che apprezzo e che amo delle food blogger, è la semplicità nel trattare gli ingredienti. Mi piace l’umiltà e mi piace chi si sporca le mani. Mi piace chi mi ricorda chi sono, e come.

Mi piacciono quelle donne che ancora mettono il grembiule e credono che la felicità si trovi davvero su un piano da lavoro sempre pieno di farina e pasta appiccicata. Che la felicità a volte ti investe davvero, altre meno. E nonostante questo in cucina tu continui a vivere, a crescere. Come un panetto che migliora col tempo, che impara la gioia dell’attesa. La pazienza…

Io in questi mesi ho imparato soprattutto questo: “Ad avere pazienza”.

Aspetto la mia bimba, che mi renderà madre per la terza volta. E mai come ora sento il bisogno di stare in cucina e veder crescere in forno qualcosa. Ho bisogno di imparare ancora, trovare la ricetta giusta per un panbrioche che sia perfetto. Sfornare cornetti come quelli del bar.

Dunque mi rimetto in gioco con una sfida personale e molto sentita. I dolci lievitati mi hanno sempre spaventata. Inizio ora a cimentarmi in questo ruolo, ed è dura. Il primo tentativo è stato un disastro. Ho seguito passo passo la ricetta di Giallo Zafferano per fare una sorta di Danubio dolce, e mi è venuta una treccia bruciata dal sapore indicible.

Ieri mi sono affidata ai consigli di una blogger che seguo molto volentieri da tempo, Misya.it. C’è stato un piccolo miglioramento ma ancora non ci siamo. Devo trovare la ricetta giusta e, ovviamente, si accettano consigli e suggerimenti di ogni tipo.

danubio passaggi

Questa è la ricetta che ho seguito per fare il Danubio dolce. Dov’è che sbaglio???

500 gr farina 0

100 gr zucchero

100 gr burro

200 ml latte

1 uovo intero

mezzo cubetto lievito di birra (fatto sciogliere nel latte tiepido)

Prima lievitazione di un’ora. Metto il panetto in una ciotola e copro con pellicola e panno da cucina.

(E il mio panetto non è per niente raddoppiato!!!)

Riprendo l’impasto e faccio le mie palline farcite con la nutella. Le sistemo su una tortiera rivestita con carta da forno e le dispongo dando loro la forma del classico Danubio. Lascio riposare per due ore.

Spennello con uovo e un po’ di latte. In forno a 180° – no ventilato – per venti minuti.

Il sapore è anche gradevole, nulla di sorprendente, ma il mio panetto non lievita fino al raddoppio. E in forno, di conseguenza, non cresce un panbrioche che sia alto e soffice. La cosa mi deprime talmente tanto che mi ha riportata qui. A scrivere di me, della mia vita in cucina e delle mie ricette strampalate. Perché alla fine lo so, ne sono certa.

La felicità è anche questo: “Un panetto che lievita!”, e io la troverò…

Promesso.

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