Crostata al cioccolato bianco, limone e pistacchi di Bronte

Tarte al cioccolato bianco, limone e pistacchi di Bronte
Tarte al cioccolato bianco, limone e pistacchi di Bronte
Tarte al cioccolato bianco, limone e pistacchi di Bronte
Tarte al cioccolato bianco, limone e pistacchi di Bronte

Buona giornata! Vi piace il pistacchio? Io lo adoro, lo avrete capito visto che da settimane sto sfornando ricette al pistacchio sia dolci sia salate. Ovviamente io uso quello di Bronte e vi suggerisco di fare altrettanto non solo perché sono siciliana, e quindi campanilista, ma perché è davvero eccellente. Veniamo a noi: questa crostata è irresistibile. Il guscio di pasta frolla croccante, e il ripieno morbido fatto di cioccolato bianco, crema di pistacchio di Bronte e limone, che dà un tocco di acidità e freschezza, la rendono perfetta per essere gustata a fine pasto, con un caffè, o come golosa merenda al pomeriggio. La realizzazione è davvero semplice, sbagliare è impossibile, ma vi serve assolutamente una crema di pistacchio di qualità assoluta, altrimenti il risultato non sarà quello atteso. In ogni caso, ormai, le creme di pistacchio (quelle che si usano in pasticceria), si trovano in ogni buona gastronomia e spesso anche nei grandi supermercati, quindi non dovreste avere problemi. Che ne dite, la provate?

Tarte al cioccolato bianco, limone e pistacchi di Bronte

Tarte al cioccolato bianco, limone e pistacchi di Bronte

Ingredienti per 6-8 persone:

  • 300 grammi di pasta frolla (per la ricetta cliccate qui)
  • 350 grammi di cioccolato bianco
  • 200 millilitri di panna liquida fresca
  • la scorza grattugiata di un limone biologico
  • 150 grammi di pasta (semilavorato) di pistacchio di Bronte (io uso quella dell’azienda La Valle dell’Etna)
  • un pizzico di sale

per decorare

  • pistacchi di Bronte, quanto basta
  • granella di pistacchi di Bronte, quanto basta
  • scorza di limone biologico, quanto basta
  • 50 grammi di cioccolato bianco

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Una volta preparata la pasta frolla seguendo le istruzioni che trovate qui, imburrare e infarinare una teglia per crostate con fondo apribile o a cerniera (io ne ho usata una rettangolare, ma va benissimo anche tonda o quadrata). Stendere la pasta frolla sul piano di lavoro di lavoro leggermente infarinato, a uno spessore di 3-5 millimetri, quindi rivestire la teglia con la pasta frolla. Bucherellare il fondo, coprire con carta forno e distribuirvi sopra qualche manciata di legumi secchi. Riporre in frigorifero per 30 minuti.

Preriscaldare il forno statico a 180 gradi, quindi cuocervi il guscio di pasta frolla per 20 minuti. Togliere i legumi e la carta forno e cuocere ancora per qualche minuto, finché la pasta frolla non sarà dorata. Sfornare e fare raffreddare completamente.

Per la crema di pistacchio: tritare grossolanamente il cioccolato bianco. Metterlo in una ciotola, aggiungere la pasta (o semilavorato) di pistacchio e un pizzico di sale. Versare la panna in un pentolino e portare a ebollizione, quindi versarla bollente sul cioccolato e amalgamare con una spatola fino ad ottenere una crema omogenea, senza grumi di cioccolato. Una volta pronta, aggiungere la scorza del limone grattugiata. Quando la crema sarà appena tiepida, versarla nel guscio di pasta frolla e conservare in frigorifero per almeno 6 ore oppure (meglio ancora) per tutta la notte, in modo che la crema si solidifichi completamente.

Per la decorazione, sciogliere a bagnomaria il cioccolato bianco e farlo gocciolare sopra la crostata, con un cucchiaio. Spolverizzare con la granella di pistacchio. Guarnire con qualche pistacchio intero e un po’ di scorza di limone. Buon appetito!

L’ABBINAMENTO: I vitigni Glera, Verdiso e Boschera, coltivati in tre comuni della provincia di Treviso, danno origine a un vino dolce tra i più particolari del panorama italiano: il Torchiato di Fregona. Appartiere alla denominazione Colli di Conegliano Docg, è un vino dorato, vivace, con aromi di frutta matura e frutta appassita. Albicocca, miele, fichi e agrumi sono i gusti caratteristici. Viene prodotto dalla Cantina di Fregona e si chiama Piera Dolza, che nel dialetto locale significa la pietra arenaria che compone le famose Grotte del Caglieron.

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