Cosa fa il docente di sostegno?

Quest’anno scolastico per me è incominciato con una nuova sfida: fare l’insegnante di sostegno.
 

In questo post, quindi, una mia riflessione personale che cerca di rispondere ad alcune domande e crea nuovi spunti di riflessione.
La prima cosa che mi hanno detto i miei amici colleghi è stata questa: fare l’insegnante di sostegno oggi è molto diverso rispetto a qualche anno fa (lo stesso vale per tutte le altre discipline, aggiungo io).
La prima domanda che mi sono posto quest’anno è: qual’è il compito di un docente di sostegno?
 
Sembra una domanda molto sciocca, ma credimi amico lettore, rispondere non è affatto semplice.
Ma prima di questa risposta, occorre porsi un’altra domanda:

Chi è l’insegnante di sostegno?
E’ un docente assegnato ad una specifica classe in cui è presente un  alunno disabile. A questa figura, richiesta dal Dirigente Scolastico, vengono assegnate un TOT di ore in base alla diagnosi funzionale ed al progetto formulato dal Consiglio di Classe.
L’insegnante oggi deve portare avanti nuovi compiti, molto più impegnativi e con scadenze precise. Inoltre il docente di sostegno non è solo di sostegno al singolo alunno ma anche al gruppo classe.

Sono due i concetti che bisogna tenere ben in mente, a mio avviso: l’integrazione e la collaborazione.
Il primo (l’integrazione), è il concetto e l’aspetto più immediato.
E’ garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona handicappata nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie” (art. 12 della Legge 104/92). Si tratta quindi di un vero  e proprio diritto che va rispettato obbligatoriamente.
Ma quest’integrazione non riguarda esclusivamente l’alunno disabile; ognuno di noi a questo mondo ha bisogno di aiuto perchè NESSUN UOMO NASCE AUTONOMO.
E’ solo con l’educazione se un essere umano diventa autonomo.

Il secondo concetto (la collaborazione) secondo me, è quello più difficile perchè riguarda diversi aspetti e soggetti. Occorre proporre diverse forme di collaborazione agli alunni ed attivare processi didattici che permattano un clima positivo; deve obbligatoriamente essere positivo per attivare i percorsi d’integrazione.
C’è bisogno che i docenti delle diverse materie collaborino tra loro per conquistare gli obiettivi comuni e trasversali e permettere il fluido processo della progettazione e della pianificazione delle attività.

Le competenze
Il docente di sostegno assume quindi un ruolo importantissimo, di coordinamento e di supervisione. Ma non è facile (d’altronde non lo è nessun lavoro nel settore della pedagogia).

Qualche tempo fa scrissi sulle Competenze di un docente oggi
(clicca qui per leggere l’articolo)

Riassumendo il docente di sostegno deve possedere caratteristiche molto affascinanti: tanto cuore ed un alto livello di competenze relazionali, oltre alla conoscenza delle normative di settore.



E’ quindi molto chiaro: la risposta alla domanda iniziale è questa.
Il compito di un insegnante di sostegno consiste nel creare le condizioni ottimali per l’apprendimento e ancora di più per la socializzazione: imparare a stare con gli altri, condividere momenti della giornata, rapportarsi con le diverse discipline scolastiche ….

L’evitatore
Io aggiungo pure un altro compito: il docente di sostegno è un EVITATORE….(concedimi il termine, dai)
Detta così sembra una cosa brutta ma spiego in breve: gli alunni H molto spesso devono tollerare numerose frustrazioni. Rispetto ai discenti normo-dotati in molte azioni sono lenti ed occorre obbligatoriamente rinnovare la loro motivazione quotidianamente. In questo modo, in molti casi, si riesce ad alleggerire il carico delle frustrazioni; un piccolo passetto alla volta, ma sempre in avanti.

E poi…..cos’altro?
I documenti!!!
Un docente di sostegno deve avere conoscenze specifiche, conoscere la normativa di settore (come la legge 104/92), saper produrre e codificare P.D.F. (Profilo dinamico funzionale), P.E.I.  (Piano educativo individualizzato)..ed altri ancora……..ma per questo argomento mi riservo di scrivere un nuovo post sul blog nella sezione DIDATTICA….stay tuned!!!!

Concludo l’articolo con questo testo di Don Milani, tratto da Lettera a una professoressa, Firenze Editrice Fiorentina 1963.

“Va da se che il tornitore si sforza di lavorare sul pezzo non riuscito affinché diventi come gli altri pezzi. Voi invece sapete di poter scartare i pezzi a vostro piacimento….Se ognuno di voi sapesse che ha da portare innanzi a ogni costo tutti i ragazzi e in tutte le materie, aguzzerebbe l’ingegno per farli funzionare”.

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