Aprire un food truck: schema e consigli pratici

In classe, qualche settimana fa mi venne chiesto: “prof, ma come si apre un food truck?”

E così nasce questo post

Forse una moda, forse la chiave del vero successo…..ormai aprire un FOOD TRUCK sembra quasi un hobby.
Ma non è semplice.
Ma neanche difficile.
Come dico sempre, occorre metterci passione in quel che si fa.
E se aprire un ristorante può risultare la scelta vincente per chi ama la ristorazione, aprire un FOOD TRUCK potrebbe essere un giusto compromesso per iniziare un percorso di auto-imprenditorialità
Innanzitutto occorre pensare al FOOD TRUCK come ad un ristorante mobile. 
Apriresti mai un ristorante senza avere un minimo di esperienza?
Non lo consiglio affatto. Occorre essere consapevoli delle scelte da attuare, delle soluzioni ai tanti problemi che si affronteranno.
Ho realizzato questo schema, scaricabile gratuitamente, dove ho sintetizzato l’intero articolo.
L’idea
Nel gergo tecnico si usa dire “business idea” ovvero idea imprenditoriale.
Occorre capire innanzitutto cosa si vuole cucinare. Vuoi fare panini o piatti gourmet, perché questa scelta influenzerà l’intero processo produttivo.
Occorre poi studiare il territorio e la clientela: a chi voglio offrire i miei servizi? E dove?
Dopo aver superato questi due step, occorre studiare attentamente le normative, sia quelle nazionali che quelle regionali e comunali; Ricordiamoci che stiamo per intraprendere un’attività imprenditoriale.
Bisogna poi iniziare a ragionare in termini di marketing: come voglio comunicare la mia idea? Che canali voglio usare? So usare i social network?
Nel processo di ideazione, dobbiamo fare anche “due conti” ovvero fare una previsione di food cost: le materie prime quanto mi costeranno? Dove dovrò rifornirmi? Quanto farò pagare il mio panino?

La logistica
La vita in strada non è semplice. E dopo aver pensato all’idea giusta, occorre anche ragionare sulla realtà. Chi lavora con un food truck deve percorrere molta strada.
Ed in Italia il carburante costa (non stiamo negli States).
E se pensi che oltre a muoversi il furgone deve anche mantenere le materie prime fresche, tutto potrebbe complicarsi.
Le dimensioni contano……per i food truck!

Ci sono mezzi d’epoca bellissimi ma non pratici. ci sono furgoni grandi e capienti ma non adatti in città (sono difficili da parcheggiare).

In Italia molti imprenditori scelgono l’Ape Car (made in Italy puro): un mezzo semplice, pratico, piccolo e bello da vedere.
Ed poi occorre pensare a dove preparare le basi per le tue proposte gastronomiche.
Pensare di produrre totalmente sul furgone non è la scelta più furba: la maggior parte degli imprenditori “di strada” preparano le basi in cucine laboratorio e poi le trasportano nei food truck (magari abbattuti o sottovuoto).

Cosa serve per aprire un food truck
La ristorazione mobile per la legge è un’attività su veicolo immatricolato come VEICOLO SPECIALE USO NEGOZIO.
Ovviamente:
  • deve rispondere ai requisiti igienico-sanitari indicati dal Ministero della Sanità; 
  • bisogna ottenere le giuste autorizzazioni;
  • aprire una Partita IVA;
  • aprire una posizione presso INPS e INAIL;
  • iscriversi alla Camera di Commercio;
  • compilare la Comunicazione Unica, un documento che serve per comunicare l’avvio delle attività commerciali.

Le licenze
Per ambulanti esistono due tipi di licenze: tipo A e tipo B.
Con la licenza di tipo A (commercio ambulante con posteggio fisso) viene rilasciata dal Comune. Si tratta di un permesso concesso per un periodo preciso (un preciso giorno tra marzo-aprile e settembre-ottobre).
Con la licenza di tipo B (commercio ambulante in forma itinerante) il Comune permette l’esercizio in forma itinerante in tutto il territorio nazionale ed è gratuita.
E’ quella usata per l’attività di food truck. Aspetto da non sottovalutare è che quest’autorizzazione abilita anche alla vendita al domicilio del consumatore (ideale per svolgere catering).
Ovviamente il Comune chiede dei requisiti (possono cambiare da comune a comune):
  • iscrizione al R.E.C. presso la Camera di Commercio;
  • avere frequentato un corso per la somministrazione di alimenti e bevande (se in possesso di un diploma d’Istituto Enogastronomico occorre solo fare un piccolo esame);
  • possedere un diploma di scuola secondaria superiore o una laurea (anche triennale);
  • essere stato titolare, socio, dipendente qualificato o collaboratore di un’analoga attività (il periodo varia da comune a comune);
  • autorizzazione a partecipare a fiere, manifestazioni gastronomiche ed altri eventi.

Sul mio blog trovi molte informazioni interessanti che possono aiutarti ad avere un quadro più completo.

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Lo schema proposto in quest’articolo è di proprietà esclusiva di Giuseppe Alfredo Ruggi autore del blog RISTORAZIONE CON RUGGI ed è protetto dalla legge sul diritto d’autore n. 633/1941 e successive modifiche. Nessuna immagine, schema, mappa, video, documento o learning objects ha scopo di lucro. Hanno quindi esclusivamente finalita’ culturali e/o didattiche. Invito quindi a non rimuovere e\o modificare il presente learning object e di segnalare nel caso di utilizzo, inviando una mail a profruggi@gmail.com.

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